sabato 31 dicembre 2011

In the End

Stasera se ne va un altro anno che, stando ai conti, era il 2011.

Spero per me (e anche per voi) che il 2012 possa essere come la scia dello Shuttle Endeavour STS-130  sul cielo della Florida da ammirare qui sotto : uno splendido e inaspettato squarcio sul panorama delle nostre esistenze.

venerdì 30 dicembre 2011

Trailer : Shame

Film torbido e forte, destinato a dividere il pubblico ma non la critica.

Titolo attesissimo, quello firmato come regista e sceneggiatore da Steve McQueen, in odore di culto già molto prima della sua uscita avvenuta poche settimane fa negli States.

Da noi arriverà il 13 Gennaio e vi consigliamo vivamente di segnarvi la data.

Il film ha raccolto consensi praticamente ovunque, con una grande apoteosi all'ultimo festival di Venezia e ai Golden Globe dove M. Fassbender è stato nominato come miglior attore. E per un film indipendente non è poco.

La storia segue la vita di Brandon, un uomo che ha grandi difficoltà a gestire la propria vita sessuale fatta di impulsi irrefrenabili alla perversione nonostante sia single, fascinoso e ricco. Quindi potenzialmente la sua dipendenza dal sesso potrebbe essere facilmente soddisfatta.
Tuttavia un problema che è sempre stato dissimulato all'interno di casa sua, diventa troppo grande quando all'interno di quelle mura si stabilisce la sua sorella minore.
E le cose prenderanno una piega particolare..

Non posso dire che sia un capolavoro perchè non l'ho potuto ancora gustare, tuttavia sembra quel genere di film secco, diretto con misura e ottimamente recitato che potrebbe fare la felicità di molti cinefili.

Il trailer di cui sotto, in accordo al clima generale del film, è molto concentrato sulla fisicità.

Best Of Cinema 2011 - Parte III -

TERZA COPPIA

* Il cigno nero * (Dramma, regia di Darren Aronofsky)

Questo è uno di quei registi per il quale usare l'aggettivo "Visionario" è molto più che azzeccato.
Tuttavia le incredibili qualità di resa visiva, gestione dell'atmosfera e poeticizzazione della scena sarebbero inutili o fini a se stesse nel caso non ci fosse un impianto narrativo ed una storia all'altezza del talento di chi dirige. Solo così si arriva a dar vita a un film che non è più solo pellicola e lavoro di finzione, ma anche un vero e proprio mondo nuovo che pulsa di anima e sentimenti indipendenti da ogni contestualizzazione.

Natalie Portman, una tra le donne che si potrebbero definire perfette.

E la storia che segue la parabola drammatica e tragica di una ballerina inglese (impersonata dalla straziante Natalie Portman che riesce ancora a sorprenderci dopo decine di interpretazioni stupende), moderna Dorian Gray in un mondo dove l'arte si confonde con la vita reale fino a distorcerla e inquinarla con il Male allo stato puro, è destinata a rimanere dentro lo spettatore molto a lungo crescendo spaventosamente dentro il cuore di chi ne è partecipe proprio come l'ossessione della protagonista per il suo lavoro.

* Source Code * (Sci-fi, regia di Duncan Jones)

Altro giovane regista da seguire con grande attenzione.
Il parallelo con Aronofosky non è solo fermo all'esplosione talentuosa in giovane età, ma seguita a delinearsi anche quando entriamo nel contesto intimo e profondo in cui si svolgono i loro film.
Sono due al momento i film diretti dal figlio di David Bowie; ed entrambi collocano l'uomo in situazioni estreme al confine del proprio essere dove i le luci sono sfocate e la personalità vacilla in mezzo a tempeste meccaniche.

Altro grande film per D. Jones

La fantascienza è la cornice che giustifica i malesseri di un uomo lasciato solo, in balia di poteri e meccanismi più grandi di lui. Ma un uomo capace di reagire, di imporre la propria presenza vitale dove la vita è solo un'equazione chimica.
In "Source code" Jake Gillenghal è vittima di quel pretesto molto caro alla letteratura e al cinema : l'eterno ritorno. Rivivere una situazione (in questo caso pochi minuti) esasperante per se stesso e chi lo circonda, cosciente del finale tragico che forse non può mutare.
Una realtà artificiale, creata senza spazio per i sentimenti ma colma di mezzi forti per impressionare chi deve affrontarla.
E dove l'uscita è sempre un nuovo ingresso.

lunedì 26 dicembre 2011

Ti vogliamo così

Filippo noto per essere anche un uomo di "spirito"


Chissà se la Regina Elisabetta sarà più dispiaciuta per il malore occorso al Principe consorte Filippo di Edimburgo oppure per il trambusto che quest'ultimo ha creato in un periodo già di per se pieno di impegni come il Natale.

Tuttavia l'infallibile sovrana ha ottemperato con reale diligenza ai suoi impegni di Regina prima e moglie poi, con il tradizionale discorso di Natale alla nazione (seppur registrato il 9 dicembre) e con la visita durata più di
un'ora al claudicante marito nel reparto di cardiologia all'ospedale di Cambridge.

La regina e il Consorte che la segue sempre due passi indietro

L'unico problema di salute di una certa rilevanza registarto finora ai danni del Duca di Edimburgo è accaduto nel 2008 quando si beccò un'infezione ai polmoni. Per un 90enne è senza dubbio un'ottimo ruolino di marcia.

Filippo si dice che sia scalpitante di lasciare l'ospedale (l'intervento è riuscito) anche perchè non vorrebbe perdersi la tradizionale battuta di caccia, mentre chi scrive certamente non vuole perdersi le sue celebri gaffe che da sempre sono fonte di grande imbarazzo diplomatico per tutta la monarchia.

Le più celebri :

- Nel 1986 consigliò a degli studenti britannici che facevano uno stage in Cina di non rimanere troppo a lungo nel Paese, "altrimenti vi verranno gli occhi a mandorla".
- A un aborigeno, durante una visita in Australia nel 2002, chiese se "ancora lancia le frecce"
- A un istruttore d'autoscuola scozzese come faceva a "convincere la gente a smettere di bere per il tempo necessario a prendere la patente" (1995).

Best Of Cinema 2011 - Parte II -

Il meglio del cinema nel 2011

SECONDA COPPIA

* Il grinta *  (Western, regia di Joel & Ethan Coen)

Jeff Bridges colleziona un'altra grande prova d'attore

Partendo dal presupposto inoppugnabile che anche il peggior film dei Coen è più ricco di spunti e interessante di almeno la metà dei film scritti e diretti da altri cineasti, posso dire che "Il grinta" dopo due prove interlocutorie a seguito del trionfo agli Oscar 2008 (l'ingarbugliato "Burn After Reading" e l'incompreso "A serious Man") porta nuovamente i due fratelli in direzione di risultati artistici degni di nota.
Seppure il film dia la sensazione di rivelare il proprio cuore con più cautela che in passato attraverso un dipanarsi lineare della trama e con dei personaggi che agiscono con una certa "sobrietà" affiancabile ai classici del passato (il film, va ricordato, è un remake), la classe e l'atmosfera regalata dalla pellicola sono di primissimo livello.
Puntando su una ragazzina che vuole rendere giustizia a suo padre cercando colui che l'ha ucciso, i registi mettono a punto una realtà fatta di uomini spietati con alle spalle una vita consumata dai rimorsi e dalle vendette, dove l'avventura è la primissima fonte cui attingere per dare un senso all'esistenza.

* Drive * (Dramma, azione, regia di Nicolas Winding Refn)

Il "driver" taciturno interpretato da Ryan Gosling

Il film che si è meritato il premio alla miglior regia al Festival di cannes del 2011 è un fantastico compendio del cinema d'azione di nuova generazione.
Un tipo di film dove l'elemento spettacolare è un'estremizzazione di condizioni ed evoluzioni psicologiche che esplodono in deflagranti ed incontrollabili eccessi dettati dallo spirito di sopravvivenza, con il tempo presente a scandire i ritmi della narrazione.
Il personaggio senza nome interpretato dal sempre più bravo Ryan Gosling conduce una vita serena, tranquilla e volutamente anonima come stuntman, autista post-crimine e meccanico. Nessun cenno sul suo passato e su cosa l'abbia portato a vivere senza amici e famiglia. Ed è questo un grande punto a favore del film : un pizzico di mistero destinato a non essere mai risolto.
Sarà poi il destino, probabilmente l'amore ed una malcelata bontà interiore a rivelare la natura più nascosta del protagonista che sarà condotto in una spirale acceccante di violenza e paura senza possibilità di uscita.

domenica 25 dicembre 2011

Con modesta sincerità

Auguro a chi ogni tanto regala uno sguardo distratto a questo apolide e autoreferenziale blog di passare dei giorni di festa rigeneranti a partire da oggi e fino a quando lo riterrà opportuno.

senza troppi pensieri per la testa
senza manie di grandezza
senza speranze inutili
senza maledire troppo la religione perchè quella serve sempre
senza pensare di aver sprecato un anno

Senza illudersi che il prossimo 25 dicembre saremo delle persone diverse e migliori perchè << Gli eventi decisivi della nostra vita di solito si materializzano in modo accidentale, il che dovrebbe farci riflettere su quanto limitato sia il nostro potere.
E invece continuiamo a prenderci troppo sul serio>>

Non è una citazione di nessun filosofo o premio Nobel il che contribuirebbe a rendere i miei post più "radical-chic". Si tratta semplicemente di uno scrittore spagnolo poco più che mio coetaneo.

Vostro affezionato,


M.S.

sabato 24 dicembre 2011

Best Of Cinema 2011 - Parte I -

Se tra voi c'è qualcuno che ha un pò di timore all'idea che i Maya abbiano ragione circa la cancellazione del globo terrestre entro il prossimo semestre, beh probabilmente vorranno - tra le altre cose - non trascurare quanto di meglio sia passato sugli schermi cinematografici durante l'ultimo anno.
E anche se i Maya vi fanno un baffo, questa retrospettiva (in quattro parti) sui 15 film in ordine sparso che vi consiglio di recuperare in home video oppure in qualche cinema, potrebbe fungere da buon promemoria utile a riempire i vuoti delle numerose serate fredde a venire.

Senza dubbio mancherà qualcosa d'importante in base ai gusti personali, tuttavia come parziale scusante ho quella di scrivere soltanto di ciò che ho visto anche se purtroppo non ho potuto vedere quanto avrei voluto.

Ma dal punto di vista qualitativo questo 2011 ha offerto ottime cose.

Un anno interessante, quello appena passato dalle sale


Un'osservazione globale che mi sento di fare è che quest'anno lo sdoganamento del cinema d'autore verso una platea più ampia dei soliti cinefili è stata ancora più lampante degli ultimi tempi : i risultati economici di film dal raffinato gusto estetico e autoriale (Coen, Aronofsky, Moretti, Mallick etc) fanno presagire un interessante variante alla direzione del mercato.

Insomma, anche se non sempre quanto meriterebbero, i prodotti di qualità anche in Italia stanno iniziando a ricevere un adeguato feedback.

- PRIMA COPPIA - 

Nanni Moretti assiste curiosamente ad una partita a carte tra cardinali

* "Habemus Papam" (Commedia, regia di Nanni Moretti) *

Non aveva brillato chissà quanto con "Il caimano". Quindi da Nanni Moretti ci si aspettava un film originale, con un soggetto che in qualche modo staccasse dalla sua filmografia, proprio per dare dimostrazione di quell'ecclettismo alla base della sua reputazione di autore. E lui di tutta risposta ci regala un brillante excursus nei territori cari alla fede all'interno del luogo di fede per eccellenza : Il vaticano. Un papa in crisi e uno psicologo che si trasferisce da lui per aiutarlo sono quanto di più posso dirvi. Oltre al fatto che Moretti torna a recitare con misura e senza troppe vanità, coadiuvato da una sceneggiatura agro-dolce con alcune di quelle battute cult come soltanto lui sa scrivere.

* "Machete" (Azione-trash, di Robert Rodriguez) *

Un volto "vissuto", quello di Machete


Questo film è un'estremizzazione delirante di alcuni tra i  temi cari a Quentin Tarantino, di cui il regista è grande amico.
Un protagonista carismatico in cerca di vendetta (interpretato da un grande attore dimenticato, in questo caso Danny Trejo), un antagonista dalla ferocia inaudita aiutato da un esercito di cattivi pronti a tutto, una situazione che sta per precipitare da un momento all'altro, guerriglia allo stato puro per risolvere il tutto.
Il tutto legato da scene in cui la violenza estrema sposa il trash, dove le armi usate sono di qualsiasi tipo (anche improprie) e dove la cattiveria è solo un pretesto per infliggere il massimo danno all'avversario !
In mezzo un gusto vintage che parte dalla fotografia e arriva alla colonna sonora e ai costumi, passando per un montaggio raffinato e al tempo stesso grezzo per non parlare di una marea di situazioni dove il grottesco è la miccia di tutti gli avvenimenti. Insomma un mare di citazioni per molto cinema di genere, soprattutto anni 70.

giovedì 22 dicembre 2011

Paura in Televisione

Ancora la Gran Bretagna che salta agli onori della cronaca, con un'altro dei tanti bizzarri espedienti architettati dalle aziende per accallappiare clienti.

Solo che stavolta l'effetto è stato controproducente, nonostante la campagna pubblicitaria in questione (ideata dalla "Phones 4U" che è una grande potenza del mercato telefonico) sia tutt'altro che banale : anzi, a mio modesto parere, si tratta di due clip promozionali di discreto talento.

Campagna promozionale controversa per la nota azienda di telefonia

Non la pensano così di certo i telespettatori inglesi, che hanno sporto ben 341 denunce ad un'associazione di consumatori.Il motivo ? I due clip promozionali in questione avrebbero terrorizzato a morte i bambini anche perchè , e questa sarebbe l'aggravante, sono stati trasmessi in orari di punta.

Ma di che tipo di videoclip si tratta ? Entrambi richiamano due film horror.

Uno, molto chiaramente, è ispirato a The Ring.



Mentre quello successivo vede la comparsa di uno zombie.



Di sicuro sono due clip non propriamente tranquilli ma, insomma, l'atmosfera è già palesemente tesa quindi il colpo di scena "spaventoso" è senza dubbio preventivabile.

Ma lascio a voi giudicare.

Resta da chiedersi se le mamme e i papà inglesi abbiano pensato di denunciare anche chi trasmette il "Big Brother" dove giornalmente si assistono a nudi quasi integrali e scene di sesso molto malcelate.
Ho i miei dubbi, vista la popolarità del programma e l'interesse che questi spunti a "luci rosse" creano nei sempre molto tele-dipendenti spettatori inglesi.

mercoledì 21 dicembre 2011

La fame aguzza l'ingegno

Puntuali come i cinepattoni arrivano anche le bacchettate nutrizionali, proprio nel periodo dell'anno in cui alzarsi da tavola senza barcollare (di sazietà ed ebbrezza) è un'impresa che vede molti di noi perdenti in partenza; basti pensare che persino i calciatori ( comunque non i ciclisti o i maratoneti, per i quali le feste sono solo giorni segnati in rosso) osservano un meritato periodo di "rompete le righe" di tipo alimentare in concomitanza delle festività per eccellenza.


Oltre ai nutrizionisti/dietologi che iniziano a comparire come funghi in questo o quel programma televisivo ammonendoci preventivamente sull'eccesso di cibo che andremo ad ingurgitare e che ovviamente per essere smaltito richiederà a seconda dei casi (e degli abusi) come minimo un mese di austerità del palato, ci si mettono anche gli studi di rinomate istituzioni - oggi è il turno dell'università "La Sapienza" di Roma - a ricordarci come alzarsi da tavola prima che sia troppo tardi aiuti non solo il fisico ma anche la mente.

Il sunto di questo studio può essere racchiuso in un famoso adagio popolare : "La fame aguzza l'ingegno".

Senza tediarvi con i particolari scientifici della rilevazione (a cui potete accedere, se interessati, da tante altre fonti), la novità ultima è che mangiare UN TERZO IN MENO DELLE CALORIE CHE CI SPETTANO favorisce la protezione dei neuroni dall'invecchiamento.

Il Natale : teatro ideale di battaglie caloriche

In particolare è stata scoperta una molecola , "Creb1", che viene attivata solo da chi pratica una dieta a bassa concentrazione di calorie e che funziona da fulcro per l'attivazione di tutte le altre molecole dedicate alla longevità della nostra materia grigia.

Questa scoperta rafforza la tesi, già solida da anni, che un sovrappeso bello grande va a nuocere molte funzioni cerebrali che al contrario si mantengono molto meglio - e più a lungo - con chi riesce a praticare un'alimentazione misurata.

Creb1 è il tramite attraverso il quale le sinapsi ("giunzioni" fondamentali per l'apprendimento e la formazione dei ricordi generate dall'azione dei neuroni) funzionano correttamente e l'attivazione di Creb1 è fondamentalmente originata da restrizioni caloriche.

Quindi se durante il pranzo di Natale volete vincere un pò di soldi nelle tradizionali partite a carte in famiglia, non dovete fare altro che evitare il secondo e terzo bis della vostra portata preferita.

Immagino che molti preferiranno ritirarsi col portafogli vuoto ma la pancia piena..

Cinemando - Monsters (G. Edwards, sci-fi, 2011) 7/10

Ultimamente il termine sci-fi è usato in mdo specifico per quel genere di film in cui la fantascienza intesa come alieni o strane forme di esseri umani/animali, armi futuristiche, città circondate da scenari post-apocalittici vengono inseriti all'interno delle pellicole in un modo poco spettacolarizzato e"grandioso" che spesso è anche conseguenza di un budget molto basso (capolavoro-guida di questo nuovo cinema fantascientifico è l'immenso "District 9", seguito da "Moon" e a modo suo anche da "Cloverfield").

In sostanza questo modo di intendere il cinema con un taglio quasi documentaristico, dove la realtà talvolta è mutata nel giro di pochissimo tempo (la tecnica del flashback non è quasi mai compresa nel racconto, proprio per dare un taglio reale e concreto al film) vuole contribuire a far calare lo spettatore il più possibile nel contesto di paura, incertezza e mistero che colpisce anche i protagonisti.

Ed in quest'area artistica si muove anche il buonissimo "Monsters" esordio alla regia di G. Edwards.

Un film da non lasciarsi sfuggire, tra un cinepattone e l'altro

Si tratta di un film in cui è palese che lo sforzo economico non è stato enorme (design delle creature grossolano, spazi aperti delle scene e comparse quasi esclusivamente del posto) e che forse non piacerà a chi è abituato a film molto ben curati come Transformers, Alien, Godzilla o ET. Ma l'atmosfera basta da sola a rendere più che godibile la visione di questa piccola, sorprendente pellicola.Oggi, infatti, è possibile trovare idee  intelligenti e ben sviluppate in nome dell'amore per l'arte cinematografica quasi esclusivamente in questi piccoli film messi insieme con più passione che denaro, presentati nei festival dedicati ai giovani cineasti, l'esatto opposto di quanto ci tocca vedere nelle multisala.


Il problema è trovare il modo di vederli, simili film. Tocca aspettare l'home video oppure cercare vie alternative...E finiamola qui, perchè poi finirei per introdurre la solita tiritera della carenze distributive del circuito cinematografico italiano.

Ci troviamo al confine tra Messico e USA, ma questa volta ad impedire o rendere difficile il passaggio di frontiera di due americani che vorrebbero tornare a casa non sono ne la polizia ne il cartello della droga, bensì una zona infetta da strane creature che popolano le zone più impervie del confine, all'interno della foresta che costeggia un grande fiume entro il quale transitano le barche dei più disperati che tentano la fuga.

Il film è retto da due ottimi protagonisti (un lui e una lei, che sono partner nella vita reale), perfetti nel ricreare l'angoscia e il terrore causati da un'attraversata-suicidio che pian piano si trasforma in una sorta di redenzione personale.

Il regista (che peraltro ha curato anche la sceneggiatura) si muove con disinvoltura, fa vedere ciò che i protagonisti vedono e le intuizioni dello spettatore sono limitate agli elementi dell'azione principale, senza salti nel tempo o nello spazio, fattore che - insieme all'uso non sempre convenzionale della macchina da presa e all'ambientazione estremamente realistica - contribuisce all'aumento in maniera esponenziale del fattore "immedesimazione".

Per essere un'opera prima vanta molti più pregi che difetti, questi ultimi sono ravvisabili nei dialoghi un pò poveri (troppe volte si usa l'intercalare "hai sentito questo rumore? cos'era?" per fare un esempio), nella meccanica degli eventi non molto originale e in qualche eccesso di citazionismo soprattutto nel finale.
Ma il punto di partenza è più che buono e fan ben sperare nella qualità della seconda prova.

martedì 20 dicembre 2011

Cinemando - Un biglietto per Tre film (2^ e ultima parte)

3) SHERLOCK HOLMES : GIOCO D'OMBRE


Ed eccolo il film che è destinato a mettere d'accordo famiglie, coppie di fidanzati e comitive di amici (ma difficilmente i cinefili) !

L'irresistibile franchising inaugurato nel Natale 2009 (e destinato a concludersi con una terza avventura) dal sottovalutato regista Guy Ritchie giunge al secondo capitolo amplificando gli elementi che erano alla base del sorprendente successo di due anni fa.

Un'alchimia ancora più forte e scoppiettante tra i due protagonisti , J. Law e R.Downey jr, che a vederli bene sono uno lo specchio dell'altro all'interno di un vulcanico universo fatto di cospirazioni, doppi giochi e pericoli costanti.

Se questo film ha una marcia in più dal punto di vista dei ritmi ancora incredibilmente più alti rispetto al primo e del susseguirsi degli eventi che prendono una piega catastrofica inarrestabile con grande facilità, ne ha due in meno sotto altri punti di vista.

 Watson e Holmes : Gli incassi di Natale sono in tasca !


La storia che spinge S. Holmes e il dott. Watson a buttarsi nell'indagine è piuttosto debole (la mente dietro i guai in cui i due vanno in contro non è di grosso spessore) e il dipanarsi degli avvenimenti è senza dubbio meccanico con la spiacevole sensazione che le leggendarie indagini e intuizioni di Holmes siano state prosciugate in favore della forza nuda e cruda.

Tuttavia non parliamo di candidati ai Premi Oscar, ma della semplice scelta del film più appetibile da vedere nella settimana o nel giorno stesso di Natale.

E se siete stufi (ma anche se non lo siete è ora che lo diventiate) di famiglie in vacanza, di mogli e mariti che tradiscono, di doppi sensi da scuola elementare e dell'accento toscano di personaggi sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato, beh è giunta l'ora di consacrare il Natale di fronte ad un intrattenimento di livello qualitativo e produttivo superiore anni luce a quelli di casa nostra.

Cinemando - Un biglietto per Tre film

No, non è un concorso che mette in palio dei biglietti !!

E' una semplice riflessione sull'offerta dei cinema per questa settimana destinata a concludersi con il 25 di dicembre che cade sfortunatamente per gli esercenti proprio di domenica (ci sarà "Capodanno a New York" in uscita venerdì 23, ma presumo che la gente lo inizierà a considerare dalla settimana successiva) : se avessimo a disposizione un solo biglietto, davanti a quale sala lo strapperemmo ?


Non parlo de "Il gatto con gli stivali" perchè è inutile mettersi contro i bambini: se questi iniziano a puntare il dito contro lo schermo della tv mentre passa il felino rosso c'è poco da analizzare gli altri film, ci si deve solo mettere in macchina e portarli al cinema !
E non parlerò nemmeno de "Le idi di Marzo" perchè è un film d'uno spessore artistico importante che merita discorso a parte; tra l'altro è stato distribuito non benissimo qui in Italia.

Quindi, avanti con i tre film che monopolizzeranno quattro quinti delle sale a disposizione. A chi dare le fatidiche 7,50 € ?


1) Vacanze di Natale a Cortina

Bene, forse i più attenti di voi (magari chi spulcia qualche magazine di cinema o legge le pagine dedicate sui settimanali) avranno notato che il trend della critica nei confronti di questo filone cinematografico è cambiato : quest'anno viene considerato da qualcuno persino un buonissimo film. Perchè ? Ve lo dico io, perchè quest'anno il produttore (De Laurentiis) ha scelto di fare dopo tanto tempo delle proiezioni appositamente per la stampa, e questi hanno ricambiato con recensioni positive. Fino all'anno scorso questo non succedeva e le opinioni erano nettamente più obiettive.

Ma il film è sempre quello, cambiano (neanche troppo) gli attori ma la banalità delle scene, delle battute e dello svolgersi della trama in generale non accennano a placarsi.

Una scena molto comune ai film di Natale targati De Sica


Un tipo di prodotto che è lo specchio dell'Italia peggiore (fatta di lusso senza misura, gente cafona e tradimenti senza vergogna), ma un'Italia in cui si non ci si riesce più a identificare. Complice la crisi, gli scandali e l'immoralità di cui forse ci si è davvero stancati.
Lo dimostrano finalmente anche gli incassi che sono calati di oltre il 50% rispetto al 2010 e che da soli testimoniano la stanchezza della gente nei confronti di una formula piatta, senza sorprese, con una suspence pari a qualcosa sotto lo zero e di un coefficente di comicità ancora più risicato.

2) Finalmente la felicità

Non ha tanto da esultare nemmeno mr Leonardo Pieraccioni (incassi in calo anche per lui) che dopo il solito anno di pausa torna al cinema con "Finalmente la felicità" film che, già dal titolo a dir la verità, richiama molto più di qualche tema "caro" al suo cinema.
Anche qui si parla di una formula senza guizzi dove, persino lui che è il protagonista, da la sensazione di credere poco a ciò che sta facendo, circondato com'è da elementi a dir poco ripetitivi : la bellezza esotica, l'amico sfigato, un amore difficile, malintesi e buonismo a go-go.
Poi quando si arriva persino ad excursus televisivi (nella fattispecie "C'è Posta per Te" della De Filippi), la sensazione che le idee, il ritmo e la vivacità siano decisamente alla canna del gas è davvero molto, molto forte.
Ragion per cui la comicità diventa qualcosa di simile ad una commediola del tutto innocua con il solito lieto fine che strappa più sbadigli che applausi.

Solita faccia dura di comprendonio per il Leonardo nazionale

A me sinceramente sta più simpatico Christian de Sica (più quello di 10-15 anni fa che questo, a dir la verità), ma la differenza la fa il contorno ed in questo caso la partita finisce in pareggio (a reti bianche)..

Trailer : Il cavaliere Oscuro - Il ritorno

Riuscirà Bane a combinarla peggio del Joker ?


Ed ECCOLO !

Il trailer di quello che ad oggi è il film più atteso del 2012. 



Arriverà infatti il 29 Agosto del prossimo anno il terzo e conclusivo capitolo (dopo "Batman Begins" e "Il cavaliere Oscuro") della saga più importante e meglio realizzata degli ultimi anni.

La pellicola come le precedenti sarà diretta dal superbo C. Nolan (che tra il precedente e questo episodio ha avuto tempo di dirigere l'ottimo "Inception") e interpretato dal protagonista C. Bale circondato da attori del calibro di M. Freeman, M Cane, G.Oldman e A. Hathaway.

 "Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno" vedrà all'opera un nuovo terribile villain (il cattivo di turno) Bane (Tom Hardy), di cui si può assaggiare la presenza nel filmato promozionale e nella foto in capo al post rubata dal set durante le riprese di quella che è stata descritta come una grandiosa guerriglia urbana.

lunedì 19 dicembre 2011

Calciando - L'Inter passa a Cesena e Moratti va giù al molo..

...per ideare una delle sue tanto recenti "promesse da marinaio" !

Si potrebbe ricondurre a questa relazione di causa-effetto il fine e il fresco inizio di settimana dei nerazzurri, che vincono sul campo di una squadra meno attrezzata del Genoa con una fatica però inversamente proporzionale allo scarto di valore tecnico : squadra meno forte = più sofferenza.

Di queste vittorie ai tempi di Cuper  - giusto per ricordare stagioni recenti - i miei amici di fede interista ne conserveranno purtroppo molta memoria, anche perchè come altre stagioni simili essa si concluse con un sonoro fallimento.

Partite giocate male (non giocate), dove l'unica cosa che conta è il risultato senza pensare a chi si ha di fronte, facendo il possibile per non perdere attraverso una fase difensiva molto - troppo - bassa sotto la linea della palla e la rinuncia quasi totale alla corsa in favore di un posizionamento che predilige il "non far giocare" l'avversario piuttosto che il tentare di proporre in prima persona una manovra. Peccato che si finisca non solo per praticare una fase offensiva nulla, ma persino si arriva a concedere totalmente libera iniziativa a degli avversari che per fortuna hanno mezzi tecnici da rugbisti.

Ranieri applaude l'Inter con un pizzico d'inquietudine

Come i suoi predecessori, anche Ranieri di fronte all'imbarazzo di dover giustificare prestazioni di bassa lega (che però, a differenza di quelle offerte con altre gestioni, godono dell'abuso del fattore "C") più dal punto di vista fisico che tattico (la squadra comunque inizia ad avere dei meccanismi da non buttare) si affida alle lacune di una rosa che dopo il benservito dato a Lele Oriali non ha offerto quasi mai segnali incoraggianti sia nell'immediato che in prospettiva, e che ovviamente non riflette per nulla le idee di un tecnico che ha ereditato ogni cosa dai suoi predecessori : impostazione atletica, tattica, giocatori dentro o fuori la rosa.

E Moratti ?

Moratti come consuetudine degli ultimi tempi pretende bel gioco, risultati e sorrisi, senza però offrire segnali concreti di sforzi economici imminenti.

Subito dopo l'ingaggio di Ranieri il rinforzo della rosa era solo questione di mesi (aspettare la riapertura del mercato), poi divenne questione economica (trovare ciò che serve con più di un occhio al budget) e infine è diventata una cosa che forse non è necessaria (la rosa ha tante, inesauribili e nascoste risorse).

Ranieri non è fesso e se ha già esternato pubblicamente un deficit che peraltro tutti non possono ignorare anche solo guardando distrattamente una partita, significa che non vuole dare alibi al presidente e si tira fuori da quelli che potrebbero essere degli spiacevoli inconvenienti che potrebbero arrivare insieme alle rondini classiche della primavera.

L'ultima della Regina Elisabetta

Questa donna non può non suscitare simpatia e interesse, è  fuori d'ogni ragionamento logico.

E' il simbolo di uno stile, uno humour, una brillantezza e un senso di distacco emotivo (è noto che ami più i suoi cani dei suoi famigliari) che da sole fanno ammutolire le donne di potere di mezzo mondo e affascinano qualsiasi uomo capace di attribuire un minimo appeal alle qualità su elencate (capace, insomma, di usare il cervello).

Resiste ai cambi di moneta, alle guerre, ai social network e soprattutto agli scandali (numerosi ma molto british anche quelli) che coinvolgono i personaggi più o meno noti che gravitano attorno alla sua corte senza perdere l'aplomb (almeno pubblicamente) che da sempre contraddistingue il suo regno.

La Regina d'Inghilterra, sempre fonte di gustosi aneddoti

E' per questo e tutta una serie di altri motivi che essa è la Regina ideale anche di questo blog, dove si cercherà per quanto possibile di seguire le curiosità e le esternazioni chiaramente attribuili al suo operato (sperando che non le si porti sfiga e che viva altri cent'anni).

Così dopo l'ultima bizzarra ricerca di un giardiniere per la sua residenza (a seguito di un primo fallimentare reclutamento è stato deciso di aumentare la paga offerta) e quella ancor precedente di un fedele e preciso lavapiatti (14.200 sterline l'anno) , la notizia di oggi è che la Regina ha deciso in via straordinaria di invitare il giorno di Natale tutta la nobiltà più importante della famiglia (saranno in 27) al castello di Sandrigham, residenza campagnola della sovrana.

Tra questi ci sarà il controverso Mike Tindall, rugbista inglese che fu espulso - ma poi reintegrato - dalla federazione inglese, marito di una nipote della Regina (Zara Phillips).

Il problema è che il castello non basta ad ospitare gli invitati e quelli che provengono da più lontano saranno dirottati nelle stanze della servitù già di per se preoccupata dall'enorme mole di lavoro che li attende senza, peraltro, la certezza di ricevere adeguato compenso per il trambusto.

Ma conoscendo l'affetto smisurato provato dalla Regina anche per le monete di taglio più risibile, viene da chiedersi se il pranzo sarà interamente offerto da lei o se gli invitati provvederanno ognuno a contribuire con una pietanza !

Dopo Natale la risposta..

Best Of Music 2011 : 1 - Verdena "Wow" (rock, alt-pop)





Era da molto tempo che un disco in lingua italiana non monopolizzava tutta la mia attenzione in un così ampio arco di tempo : quasi un anno solare, dato che arrivò nei negozio il 18/1.

Ma sin da quando "Wow" fu annunciato in tutta la sua imponenza (un doppio LP per un totale di 27 canzoni, frutto di un lavoro durato un paio d'anni abbondanti) sapevo che il risultato finale sarebbe stato quantomeno fonte di grande curiosità anche solo se mi fossi limitato a metabolizzare, memorizzare e analizzare ognuna delle canzoni.

Senza poter immaginare che ogni differente stagione dell'anno sarebbe stata corrisposta da un differente gruppo di canzoni tra quelle scelte per compilare l'album, per poi osservare quasi con impotenza lo scorrere senza soluzione di continuità di tutto il lavoro.

I Verdena hanno spazzato via molto di quanto si era detto sinora sul loro conto, rielaborando non solo il background che aveva caratterizzato il loro precedente lavoro artistico ma aggiungendo nuovi, soprendenti e seducenti elementi al calderone già variopinto del loro sound.

Riferimenti soprattutto al cantautorato più sopraffino di casa nostra, al dream-pop venato di wave e alle derivazioni sintetiche delle ultime ondate americane.

Ma più di ogni altra analisi conta l'incredibile , al netto di una manciata di supelflui divertissement, coinvolgimento a livello soprattutto evocativo donato dalle scelte di arrangiamento.

Hanno rinnovato la loro superiorità anche in paesaggi sonori per loro totalmente inusuali come una ballata per pianoforte, come uno sbocciare astrale in costruzioni care al pop da camera o in quei cambi di direzione all'interno di uno stesso pezzo che da l'idea di sentirne due o tre differenti (un pò come facevano i Radiohead in Paranoid Android).

I Verdena con "Wow" mostrano la chiara intenzione di voler affrontare in modo diverso l'autoanalisi in musica, scegliendo un approccio più vicino a chi ascolta, forse anche più sincero e profondo rispetto ai loro standard emotivi.

Ed è proprio qui la vittoria di quella che ad oggi è la più grande rock band italiana, un mettersi a nudo senza tentennamenti mantendendo quel gusto inimitabile per un linguaggio cifrato ma al tempo stesso denso di rimandi, significati e interpretazioni che senza furbizia implora innumerevoli ascolti che portano inevitabilmente alla deriva.

Solo i Verdena non perdono nemmeno un grammo della loro credibilità anche cimentandosi con una dichiarazione d'amore zuccherosa di due minuti, perchè qualsiasi cosa la fanno a modo loro e in "Wow" hanno fatto le cose in 27 modi diversi.




Brano Chiave : "Sorriso in Spiaggia pt.1"




domenica 18 dicembre 2011

Best Of Music 2011 : 2 - Arctic Monkeys "Suck it and see" (alt pop-rock)



"Your love is like a studded leather headlock
Your kiss, it could put creases in the rain
You’re rarer than a can of dandelion and burdock
And those other girls are just postmix lemonade"

Se un songwriter è ancora capace di parlare con sincerità nonostante sia stato detto quasi tutto da quell'anticonformismo lirico che da sempre contraddistingue i tratti della sua penna, allora le sue canzoni sono davvero preziose.

E non importa che non sia il suo disco migliore, che alcune idee sono approssimative o grossolane, che si possa imputare alla sua band una certa leggerezza in talune esecuzioni (AKA mancanza di grinta).

Non importa.

Perchè alla fine quelle canzoni le mandi comunque e sempre a memoria, ti regalano un senso di appartenenza anche se un senso non ce l'hanno e portano addosso quel timbro classico delle colonne sonore di tutta una vita.

Gli Arctic Monkeys hanno registrato un disco senza dubbio altalenante, con una prima metà schiava dell'indecisione che li ha portati a snaturarsi, seppure l'escursione in territori cari ad un certo rock "più pesante" (parliamo ad ogni modo sempre di una pop-rock band) non sia priva di fascino e con 3-4 pezzi oggettivamente poco ispirati e probabilmente superflui.

"Suck it and see" pur con tutte le controversie del caso mette in fila senza difficoltà un altro efficacissimo aggiornamento del repertorio travolgente della miglior pop-rock band del Regno Unito, mostrando oltre ai muscoli un'ancora più raffinata mutazione del suo concetto di ballad obliqua.

Brano Chiave : "Love is a laserquest"

sabato 17 dicembre 2011

Best Of Music 2011 : 3 - Yuck "Yuck" (indie-rock D.O.C.)



Perchè il gradino più basso del podio per quella che è probabilmente la più bella e succosa sorpresa indie-rock dell'anno della Regina numero 2011 ?

Semplicemente perchè il prossimo sarà da primo posto !

Scherzi a parte (purtoppo non abbiamo questi doni di chiaroveggenza, sigh !), il disco di cui parliamo è suonato da quattro ragazzi composti e timidi che si trasformano su disco in quattro macchine da hit fenomenali.

Non c'è un concept di fondo, nè grandissime o profonde storie tra le righe delle liriche scritte di due ex Cajun Dance Party (recuperate anche quel disco, fidatevi), ma semplicemente bellissime canzoni che il vostro stereo manderà a memoria ancora prima che abbiate schiacciato il tasto play.

Un tocco ruvido nella forma ma plasmato nella sostanza con degli angoli smussati quanto basta a colpire le orecchie aggrazziandosi anche il cuore.

Canzoni con ritornelli per nulla banali, con un incedere secco che pesca senza pedanteria dalla miglior tradizione a bassa fedeltà degli anni 90, Pavement in primis. E poi spruzzate di garage, accenni punk, brit-pop della miglior specie, tappeti acustici in odore di cantautorato.

Ovviamente la bellezza e l'oggettiva perfezione pop-rock di tutte le canzoni che coprono la prima metà del disco fa si che l'ascolto non sia sempre continuo e ininterrotto dall'inizio alla fine ma subisca delle soste più lunghe in corrispondenza di determinati pezzi, ma ciò non scalfisce l'assoluta validità del lavoro nella sua interezza.

Brano Chiave : "Suck"

venerdì 16 dicembre 2011

Concertando - Le Luci della Centrale Elettrica, live @Oasi San Martino, Acquaviva delle fonti 15-12-2011

Di gente a vederlo ce n'è, ad Acquaviva delle Fonti da un pò di tempo a questa parte roccaforte alternativa degna di nota.
Molti ragazzi conoscono le canzoni a memoria, molte ragazze lo conoscono a memoria.
Parlo di Vasco Brondi aka Le Luci Della Centrale Elettrica, uno dei nomi più caldi del nuovo cantautorato italiano.

Ma insomma, se state leggendo lo conoscete e se non lo conoscete su youtube c'è materiale in abbondanza.

Due dischi all'attivo, uno ottimo (il primo) e una discreta conferma (il secondo) ; in aggiunta un nuovo ep sbucato da poco con delle idee non malvagie ma che nulla aggiunge a quanto fatto finora (interpretazione passionale su base acustica, in grossa sostanza)

Rispetto ai dischi la dimensione live irrobustisce (con una buona batteria e la chitarra ruggente di Cesare Basile) una formula che al chiuso ha sicuramente più d'un motivo d'essere.

Il dibattito sulle canzoni alla base di questo progetto si può allargare anche al concerto : alla lunga la formula risulta ripetitiva o le variazioni sono sufficienti a non indurre noia ?

Anche alla fine di questo concerto la questione è irrisolta, in quanto il registro seppur più ricco per i motivi di cui sopra non offre tante chance alla sorpresa.

Vasco Brondi non ha resistito molto con la giacca.

In aggiunta la scelta della scaletta è stata a mio parere discutibile. Il meglio è senz'altro all'inizio con l'accoppiata "Cara catastrofe" e "Piromani".
Nel seguito il concerto è incentrato quasi esclusivamente sul secondo disco ed è ovvio che il momento più esaltante sia stato nel mezzo con l'esecuzione di "La lotta armata al Bar" diventata, checchè se ne dica, un vero e proprio inno di disillusione giovanile.

La prestazione vocale non dà alcuna perplessità e il pezzo che da il titolo al nuovo ep ("C'eravamo abbastanza amati") non lascia adito a troppi rimpianti sullo spessore del primissimo repertorio

Tuttavia a fronte di pezzi non proprio indimenticabili tipo "L'amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici" invece il rimpianto cresce, perchè si poteva coprire con più sostanza il primo album. E intorno a tre/quarti di concerto qualcuno più dei soliti 2-3 guastafeste aumenta le proprie rigeneranti sigarette all'esterno del capannone. Fortunatamente "Quando tornerai dall'estero" resta comunque una gran canzone e lui cosciente, la esegue con grande precisione.

Ma la promozione è promozione, anche se il secondo album l'anno prossimo compirà due anni..

Riferimento, "Piromani"

Best Of Music 2011 : 4 - The Horrors "Skying" (post-wave, rock)



Faris Badwan ha una voce che ti entra nelle ossa.

Secondo me la collocazione ideale di "Skying" è in cuffia, dove c'è immersione totale all'interno di un sound caratterizzato da una densità totale, cosmica. Con quel canto che sembra provenire da una galassia sconosciuta.

Ed è proprio "l'indefinito" come dimensione spazio/temporale a porsi di fronte all'ascoltatore che si affida alle pennellate comunque variopinte (seppur circostanziate alle tonalità del nero e del grigio) delle tele musicali imbastite dagli Horrors.

"Skying" è probabilmente la sintesi migliore nel 2011 dei numerosi temi che si alternano nella musica rock dagli anni 80 ad oggi : synth, riff di chitarra sontuosi, batteria in primissimo piano, amore per l'aspetto prettamente strumentale.
Registrato e prodotto con una cura seconda soltanto a quella di Bon Iver, il disco coinvolge senza cali di tensione ed interesse, in una mistura perfetta di astrazione sintetica ed espressione fisica.

Una sostanziale accessibilità farà innamorare già al primo ascolto anche i più scettici e le sfacettature interpretative pressocchè illimitate delle storie al centro delle canzoni garantiscono una longevità priva di flessioni.

Brano Chiave : "Monica Gems"

giovedì 15 dicembre 2011

Social Network che annacquano le personalità.

Qual'è la novità, vi chiederete.
Giustamente saprete anche voi (e forse voi, io, siamo tra questi ? Naaaa) troppa gente ormai è così schiava di queste pseudo piattaforme di aggregazione sociale da arrivare a modellare la propria vita, i propri impegni e l'ambiente reale in cui opera in base al modo in cui vuole apparire in forma digitale. Un piccolo esempio è la moltiplicazione biblica della gente che scatta foto in qualsiasi momento della giornata : obiettivo non è il ricordo personale, ma la vanità di esibire il tutto di fronte all'orgogliosa schiera di "amici" del web. L'unica fonte di ottimismo è pensare che - tra chissà quanto - questa come tante altre mode figlie di un periodo storico ben preciso, avrà una flessione costante fino ad arrivare alla quasi totale scomparsa dagli usi e costumi quotidiani. (Sperando che le mode successive non siano peggio, eh)

Inquisizione legittima, rispondo.

Ma un recente e - a quanto pare - approfondito studio della "Scuola internazionale superiore di studi avanzati"  (!!!!!!!!) di Trieste ha analizzato un aspetto particolare dei comportamenti degli utenti di tre differenti social network (quello più famoso non è incluso, ma capirete che il discorso può estendersi anche a questo) : la tendenza degli utenti ad assecondare le idee altrui per evitare fastidiosi dissidi che potrebbero decretare l'isolamento da un determinato gruppo, agendo secondo la ratio che un "amico di un mio amico è anche mio amico".

In sostanza questo studio ha rilevato che l'utente chiamato ad esprimere un parere (con un "mi piace" o un "non fa per me" su prodotti tecnologici, artistici o esperienze altrui) preferisce evitare il conflitto ed agisce con un determinato conformismo nell'espressione della propria opinione.
Si sceglie quindi di evitare fraintendimenti e turbolenze, scegliendo di condividere la scelta e/o il parere di amici e/o personaggi leader di un determinato ambito, piuttosto che creare dissidi e disordini con un'opinione totalmente differente da quella comune agli elementi appena citati.

Tutto ciò per evitare l'isolamento, la derisione e l'insofferenza degli altri utenti verso le proprie opinioni.

La paura di essere ai margini di una community

Detto tra noi, questo studio ha messo quindi in risalto il fatto che tra l'uscire le palle e dirne quattro ad un utente di cui si ha scarsa stima ma che ha un seguito importante e tacere per non fare la figura del guastafeste o di chi non "comprende il giusto" che sarebbe ubicato nell'opinione comune, si sceglie la seconda strada.

Una timidezza e dei timori reverenziali che non sempre poi si riflettono in comportamenti altrettanto passivi nella vita reale dove, anzi, spesso una personalità si trasforma dando libero sfogo a quelle piccole frustrazioni e rinunce al proprio io accumulate davanti a uno schermo.

Con risvolti non sempre limitati ad un piacevole dibattito.







mercoledì 14 dicembre 2011

Best Of Music 2011 : 5 - Bon Iver "Bon iver, Bon Iver" (alt indie-folk)



Il piacere dal punto di vista fisico è probabilmente la più banale e facile delle gioie raggiungibili dall'essere umano, in quanto non occorrono grandi astrazioni mentali e condizioni ideali dei nostri sensi per raggiungerlo.

Diverse sono le considerazioni che occorrono per raggiungere, controllare e conservare un piacere dell'anima, quell'indescrivibile estasi scatenata dai più disparati ed imprevedibili fattori.

Ebbene questo disco è un fattore che da solo, in numerosi passaggi di queste dieci sublimi composizioni, comporta il raggiungimento di un'estasi emotiva che sfiora la commozione.

Bon Iver si è reinventato, donando corposità al suo sound, rendendolo caldo come un falò e tenue come il chiaro di luna, diretto come un romanzo scritto in prima persona.

Non ho mai amato particolarmente il folk, la sua talvolta insopportabile leziosità e l'implosione dentro un'introspezione di non facile immedesimazione, oppure le eccessive ariosità e l'incedere agreste.

Questo album non incappa in nessuno di questi clichè, piuttosto amplifica le emozioni del genere e con disarmante semplicità ci offre paesaggi incredibilmente eterogenei, accomunati dalla bellezza, dalla pulizia, dall'evocatività.

Suonato con maestria da un ensemble di musicisti di categoria superiore, cantato con misura ma con il giusto trasporto e la credibilità di chi non interpone ostacoli tra il pensiero e la musica, questo album regala un calore umano di rara efficacia.

Brano Chiave : "Towers"

Arte - Natura morta con maiali.

Calciando - La vittoria di ieri...

Il debuttante Poli alle prese con un cliente non troppo permaloso


Di fronte, diciamoci la verità, c'era la squadra con uno dei potenziali offensivi meno pericolosi di tutta la serie A (e mettiamoci pure almeno metà della serie B) che - come se non bastasse - non poteva contare nemmeno su Palacio che in tutta la rosa del Genoa è l'unico che la mette dentro con una certa continuità.

Insomma, gente come Ze Eduardo (se lo hanno scaricato le squadre di mezzo Brasile e al Chievo ha resistito poco, un motivo ci sarà), Caracciolo (non adatto ad una piazza esigente come Genova) e Pratto (l'unica cosa di imponente è il suo sovrappeso) non hanno poi così tante carte in regola per mettere in ansia la pur logora difesa nerazzurra.

Eppure.

Eppure è incredibile come l'ultimo quarto d'ora di una partita controllata - non dominata - fino a quel momento senza stile ma con sostanza, diventi il solito panico da camera a gas.

Una squadra che sta vincendo con uno scarto minimo su un campo alla fine comunque ostico come quello di Marassi e si lascia ingolosire dagli spazi e si scopre ai contropiede (!) della squadra che deve recuperare, porta a delle riflessioni.
Yuto indica un amico giapponese cui dedica il  gol ?

Nagatomo ha segnato, okay. Corre, okay. E' pure simpatico (?), okay.
Ma non ha una disciplina tattica per nulla sufficiente a gestire qualsiasi situazione di gioco delicata e se alle sue spalle non ci fosse stato l'esanime Samuel, beh, sarebbero stati cazzi amari.
Il giapponese lasciava costantemente la sua zona di copertura (la fascia sinistra di difesa) per tentare di fare ancora Banzai nell'area avversaria, lasciando l'incombenza più onerosa al povero Obi. Ma di certo il ragazzo sta crescendo e questo è solo un appunto ad una prestazione comunque generosa e precisa.

Qualcuno dirà : è un classico del calcio che una squadra in svantaggio si riversi in massa nella metà campo di chi sta vincendo per tentare l'ultimo assalto che possa causare un mezzo gol magari di confusione.

Ma il punto è, come si respingono e gestiscono questi attacchi.
Sono stati semplicemente respinti, ma non gestiti, e su questo Ranieri deve lavorare.
Perchè se il Genoa avesse potuto contare su un solista di maggior talento (Palacio ad ex) con una propensione spiccata per l'uno contro uno ed una visione di gioco adeguata, i pericoli sarebbero stati numericamente e qualitativamente maggiori.

Fortuna che Forlan (sorry) non si è fatto troppo accecare dalla voglia di segnare ed ha scelto saggiamente di fare ripiegamenti difensivi funzionali al risultato.

Inter : Julio Cesar  6, J.Zanetti 6, Lucio 6, Samuel 6.5, Nagatomo 6, T. Motta 5.5, Poli 6, Cambiasso 6.5, Faraoni 5, Milito 5, Pazzini 5,5 -----  Alvarez 7,5, Obi 6, Forlan 6.5

martedì 13 dicembre 2011

Best Of Music 2011 : 6 - I Cani "Il sorprendente album d'esordio dei cani", (Synth-pop, new vave)


Altro disco oggetto di accese discussioni e inutili divagazioni socio-culturali, questo riuscitissimo esordio del moniker dietro cui si nasconde un giovane cantautore romano.

A mio parere molte delle accese critiche che sono piovute addosso a questo album sono originate da una limpida e fervida invidia da parte di chi forse ha investito nella propria musica più tempo e denaro di quanto non sia stato volutamente fatto da I cani e si vede defraudato del tanto agognato consenso degli ascoltatori probabilmente visto come un fattore calcolabile e insensibile alle più strane sfumature dettate dal momento.Ed è proprio l'imprevedibilità nei gusti di un determinato target di ascoltatori che, unita all'oggettiva natura spiazzante delle composizioni offerte dapprima sul web e poi su disco, ha determinato il passaparola efficace e positivo che ha regalato a questo progetto visibilità, vendite e tour.

L'elemento più chiacchierato di questo disco risiede nelle liriche taglienti, talvolta nonsense ma molto vicine al linguaggio usato dai ventenni disillusi, cresciuti con la musica e i club, con l'alcol ed il sesso mordi e fuggi.
Tuttavia l'elemento chiave che mi ha sedotto completamente è la base musicale su cui poggia il canto.
Si tratta di una sorprendente ritmica sintetica che poggia su basi elettro, che ricorda da vicino il post-punk degli anni 80 e l'indie UK dei primi anni 2000.
Una martellante processione di suoni grezzi , quasi un lo-fi computerizzato che si incastona alla perfezione in una forma canzone ovunque impreziosita da costrutti semplici ma efficaci, dove oltre all'identificazione nelle storie narrate si può godere di veri e propri ritornelli vorticosi che non sfigurerebbero in dancefloor alternativi.

Una collezione di canzoni che odorano di cult, tanto per la genesi quanto per l'esecuzione e l'effetto frastornante sull'ascoltatore.

Brano Chiave : "Wes Anderson"

Best Of Music 2011 : 7 - Foo Fighters "Wasting Light", (rock)


Dimostrazione lampante che le vere sorprese, spesso, sono confezionate da chi aveva mostrato meno qualità ed interesse a regalarle.
Dicendo le cose come stanno, i Foo Fighters hanno sempre fieramente goduto della fortuna di grandiosi singoli collocati all'interno di dischi che non sono mai riusciti a dimostrare (a sprazzi forse i primi due) di poter essere longevi nello stereo di chi, oltre ad un paio di prevedibili sing-along, cercasse qualcosa di coeso e maturo senza abusare del tasto skip.

Ebbene, è proprio dalla penna del furbo Dave Grohl che prende vita l'album di rock'n'roll più rombante, grintoso e preciso dell'anno, con ovviamente più di qualche sguardo alla platea mainstream.
Però a differenza di quanto finora prodotto dal combo americano (il rientro di Pat Smear è più di un dato statistico), "Wasting Light" evita con grande perizia l'ostacolo della ridondanza e della sovraesposizione degli elementi classici di questa tipologia di prodotti.
C'è infatti una sorta di sintesi negli arrangiamenti, nella scrittura dei pezzi e nell'uso della voce e delle chitarre, che mette l'ascoltatore a suo agio, senza frastornarlo o demoralizzarlo già dopo la prima metà dell'album.

Se a questo ci aggiungete dei singoli momenti che numericamente e qualitativamente sono superiori a quanto eravamo abituati, beh potrete sicuramente convenire col sottoscritto che questo album ha tutte le carte in regola per essere preso a modello dai futuri dischi di rock da arena.

Brano Chiave :"Walk"


lunedì 12 dicembre 2011

Best Of Music 2011 : 8 - M83 "Hurry Up, we're dreaming" (synth-noise, beat-rock)


Ed ecco un album che più di ogni altro ha diviso i giudizi di critica e pubblico in questo 2011 : o lo si considera un capolavoro o lo si bolla come un confusionario delirio di onnipotenza.
Per me la verità è banalmente nel mezzo con una certa predisposizione ad amplificarne più i pregi che i difetti. In questa ottica me la sento di premiare un pazzesco lavoro di assemblaggio e produzione che non risente assolutamente del fatto che ci troviamo di fronte a 22 canzoni dislocate su due cd per la durata di un solo quarto d'ora inferiore a quella di una partita di calcio.

A. Gonzales mente suprema alla base del progetto si fa portavoce dei tempi e abbandonando la tradizione shoegaze dei suoi precedenti lavori, approda alla sintesi di un genere che spazia con disinvoltura entro gran parte dei territori cari al synth-pop e a quel rock tirato di matrice dance.

Il risultato è sì altalenante ma di rado privo di fascino, con almeno 3-4 brani che rimbomberanno a lungo nelle nostre orecchie.

Brano Chiave : "Midnight city"

Cinemando - Melancholia (Von Trier L., 2011) 8.5/10



Se siete artisti di qualsiasi tipo e avete a cuore il vostro lavoro avrete sicuramente preso in considerazione l'idea di farvi pubblicità in tutti i modi o quasi ; a maggior ragione in un'epoca come la nostra dove la chiave per resistere e arrivare agli occhi e all'udito della gente è più nell'insistenza che nel merito, anche se il merito è spesso figlio dei risultati.

Così può capitare che un autore come Von Trier che da una vita si accontenta degli spiccioli lasciati qui e la dalle grandi produzioni mostrando sempre una seria e rigorosa disciplina artistica, finisca per perdere un pò le staffe e adoperare l'Olocausto come espediente per far finire il suo nome sui giornali.

Che poi ci sia la coincidenza delle polemiche su queste dichiarazioni con il premio assegnato a Kirsten Dunst per la sua indescrivibile prestazione in questo film unitamente a un numero elevatissimo di critici che sono finiti ai suoi piedi ancor più di prima, allora significa che Von Trier ha scommesso sul cavallo giusto in quella settimana a Cannes.

E che cavallo.
Melancholia si avvicina pericolosamente alla terra


In attesa di un altro paio di film (The Artist e The Descendants su tutti) Melancholia si prende senza grossi sforzi la mia palma ideale di miglior film del 2011 grazie a una miracolosa miscela di dramma, introspezione e suspence.
Il dramma di una donna in continua lotta con se stessa, l'introspezione di chi si trova a cercare una ragione all'inevitabile e la suspence di conoscere come sarà la fine.
Si parla di fine del mondo come forse mai è stato fatto finora al cinema,  non c'è traccia di lotta per la sopravvivenza e di quella così tanto dispersiva spettacolarizzazione che in tante altre pellicole ha dato più l'idea di trovarsi di fronte a dei spettacoli pirotecnici che non alla fine del genere umano.
A dispetto della misura poetica tipica dedita più alla sottrazione che all'aggiunta, le sequenze destinate a restare impresse sono numerose : già soltanto il prologo con la sposa che corre disperata attraversando un paesaggio rarefatto e ostile, merita dieci minuti di applausi.

Kirsten Dunst, indimenticabile sposa per Von Trier

Un gruppo di persone che festeggiano un matrimonio ignare di quanto accade nella galassia, una sposa che inconsciamente si fa premonitrice di quanto accadrà e una famiglia distrutta dalla progressiva constatazione che nulla può essere fatto. Sono questi i filoni principali della narrazione, una scrittura che nella prima parte lascia forse disorientati perchè non è facile intuire i cambi di umore e le carenze caratteriali della protagonista. Elementi che poi nel proseguire della storia diventeranno ancora più affascinanti e criptici senza tuttavia subire una qualsiasi spiegazione banale.
Il tutto è girato con un gusto raffinato negli spazi aperti (nonostante alla fine gli eventi raccontati si sviluppano in una sala ricevimenti e in una villa) e la giusta dose di claustrofobia degli interni che fungono da specchio di quelle anime indebolite dall'avvicinamento del pianeta misterioso.

Non abbandonando del tutto la sua consueta cifra stilistica il regista, pur senza nulla concedere alla didascalia (se si esclude l'uso di internet in alcune sequenze della seconda parte), compone un racconto frammentato nello sviluppo della protagonista ma assolutamente lineare e concreto nel seguire il corso degli eventi senza troppe trasgressioni o tocchi stilistici fini a loro stessi che forse hanno condizionato l'impatto globale di "Antichrist".