mercoledì 1 agosto 2012

dischi - continua il resoconto (pt II)



Liars - WIXIW  (alt-rock, post-punk)



Non se la sottovalutazione dei più e il culto inossidabile dei meno, alla lunga possa continuare ad innaffiare con la stessa generosità odierna le terre sempre fertili dove crescono le idee dei Liars. Certo è che con questo album (Il loro "Kid A" ?) questi ortodossi dell'oscurità più malata mettono ancora una volta a tacere moltitudini di aspiranti sacerdoti di quella mirabile straficazione evocativa di cui i ragazzoni di N.Y.C. sono officianti massimi. Sedurre con un tappeto sonoro non identificabile dove si riesce tanto a sottrarre quanto aggiungere (synth, basso, voce e percussioni sono un verbo unico) è un piatto assai raffinato, la cui ricetta è ancora ben custodita. E un pezzo come "Brats" l'avrei visto benissimo nella OST di Trainspotting.

                                                      VOTO : 8/10




Lightships - Electric Cables (alt-pop)



Quanta delicatezza (mai troppa, prometto) in questo delizioso disco di alt-pop ! La band è composta dall'unione di nomi grossi del pop trasversale britannico (teenage fanclub, belle & sebastian) che uniscono le forze nella scrittura di pezzi che hanno un andamento quasi classico, allegretto, come una sinfonia di primavera. La voce non è mai sopra le righe (anche elegantemente raddoppiata) e gli arrangiamenti sono talmente variegati da far pensare più ad un pop orchestrale dal basso profilo che non al classico lavoro di chitarre-basso-batteria (che poi alla fine sono gli ingredienti principe del sound). La forma canzone è sì rispettata, ma le licenze di colorare con più pennelli possibile i pezzi donano quel tocco di brìo necessario a far pulsare l'emozione.

                                                     VOTO : 6.5/10



Lotus Plaza - Spooky action at distance (alt-rock, indie-rock)

Chi sostiene che Bradford Cox sia molto più che il tizio dall'aspetto sfigato che scrive tutte le musiche dei Deerhunter e che nel tempo libero per far prima si pubblica altra roba a nome Atlas Sound, avrà altre prove per rafforzare la propria tesi ascoltando questo nuovo capitolo del side project di L.Pundt a tempo pieno anch'egli nei Deerhunter. Cox è un mood. Cox è una atmosfera. Cox capiremo cos'ha fatto solo tra un decennio. Cox è un pò ovunque in questo disco anche se le tracce hanno un gusto più classico negli arrangiamenti e qualcosa più di un solo retrogusto malinconico. Chitarre ben suonate che pizzicano i sensi con garbo e e diligenza, quasi a non voler disturbare il flusso melodico che resta sempre spontaneo e suggestivo.



                                                    VOTO : 6/10 



Maximo Park - The National Health (pop-rock)



Con ciò che segue non voglio dire che i Maximo Park da domani debbano darsi al psych-folk o al dream pop, però queste 13 canzoni altro non comunicano se non l'urgenza mettersi a un tavolino e decidere se cercare di mettere al posto giusto l'ingranaggio mancante per far partire la macchina del tempo e tornare al 2003 o prendere coscienza una volta per tutte dell'inscrollabile realtà che la crescita personale e musicale sono più importanti della riproposizione in loop della medesima formula (peraltro con uno slancio ed una convinzione da cover band).

VOTO : 4.5/10



Mission of Burma - Unsound (post-punk, punk-rock)



I Mission of Burma appartengono a quella schiera di musicisti, non molto ampia a dir la verità, che nel 2012 possono con nonchalance sputare in faccia a chi gioca a voler scoprire l'acqua calda di generi come noise e post-punk aspettandosi nient'altro che ringraziamenti per esser stati incensati di tale liquido sacro. 
E basterebbero una trentina di secondi di una canzone come "Part of sea" per rendere l'idea. "Unsound" rinnova con vigore la magica rabbia dell'odio per i compromessi e le carezze, iniziato esattamente 30 anni fa con un monolite imprescindibile che risponde al nome di "VS".

VOTO : 6.5/10 



Purity Ring - Shrines (synth-pop)


I Purity Ring rientrano nella più esemplare delle casistiche relative al Post-dream-synth-non-pop che per dire, nella sua accezione più confusionaria e ancora meno pop ma con bpm più alti vede capeggiare Grimes ed in tempi decisamente meno inflazionati e frenetici (quindi meno sospetti) anche gli XX (però almeno loro con la doppia voce e molto molto più talento, evitano l'ostacolo della non riconoscibilità delle tracce che è il vero grande male del filone in questione). La proposta dei PR vede la solita voce femminile che ha in testa Madonna, adagiata (o meglio incollata) su basi sintetiche abbastanza monotone e scarne, ovvero una sorta di lo-fi computerizzato che non riesce quasi mai a sollevare la testa dai giochini della distorsione vocale che segue il beat.

                                                     VOTO : 5/10



The Cribs - In the belly of brazen bull (indie-rock)


Questa è probabilmente la prova più completa e continua nella carriera dei Cribs, dove quella che secondo me era una loro grossa pecca - quell'imbarazzante differenza qualitativa tra singoli e riempitivi - viene aggirata grazie ad un lavoro più serio sulla parte strumentale e sulla mera scrittura. Nonchè ad una mano sapiente che schiaccia i bottoni in studio. Qualcosa vorrà pur dire se due fra i più sorprendenti dischi indie-rock dell'anno (questo e il Cloud Nothings) abbiano goduto in parte (i cribs) o in tutto (i C.N.) dell'esperienza del mai sonnecchiante Steve Albini. Perchè come fa suonare la chitarra e la batteria certa gente (riuscendo a rendere appetibile anche un piatto di cacca fresca), ben pochi in giro sono capaci di farlo. Così i Cribs oltre ai soliti (ma più numerosi del solito) pezzi killer a questo giro hanno costruito (quasi) con sapienza anche una solida impalcatura su cui appendere le casse.. 

VOTO : 7/10



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