sabato 7 luglio 2012

dischi - dEUS "Following Sea" (2012)


GENERE E VOTO  - Pop-rock con sprazzi art,  4.5/10

Tom Barman da un decennio ha scelto per la sua celebre creatura gli stilemi della classic rock-band che intrattiene egregiamente dal vivo e che di tanto a tanto da alle stampe un disco per rinverdire la scaletta dei concerti, così giusto per non riproporre all'infinito il solito greatest hits.

Che poi parlando in termini matematici, il Limite che caratterizza il percorso dei dEUS tenderà a quella tipologia di attività. Negli anni a venire invecchieranno ancora di più e le poche energie creativo-nervose saranno investite nella sala prove dei tour anzichè nell'incisione di nuovo materiale.
Ed è anche meglio così, perchè i dischi che hanno seguito "The ideal Crash" dopo aver concentrato il loro meglio nel comunque rivalutabile "Pocket Revolution" non hanno lasciato alcuna traccia nella memoria dell'ascoltatore disinteressato e peggio ancora in quello del fan di lunga data.

Dove l'impronta è pedissequamente calcificata entro degli arrangiamenti sempre più soft, dove l'esercizio di stile preferito è lo spoken word con i backing vocals che rimarcano delle frasi-chiave e l'inventiva frizzante è palesemente sacrificata in favore di soluzioni che anche quando sono concentrate paiono esser dilatate all'infinito.
Non fa eccezione questo "Following sea" che laddove con un pò di furbizia potrebbe mischiare le carte per intrappolare l'interesse dell'ascoltatore, si mostra già dimesso e palesemente figlio di un assemblaggio dell'ultima ora.
Perchè al di la delle dichiarazioni di facciata si tratta di outtakes  che con un pò di coraggio nel migliore dei casi avrebbero potuto fungere da b-side e che nei peggiori pongono dei dubbi che non si tratti degli originali ma di una cover band (Girls Keep Drinking).

E la giustificazione dell'okay alle stampe di questa raccolta buona per onorare il - peraltro - legittimo tour estivo, non deve confondersi con l'assoluzione per causa della presunta leggerezza dell'operazione.

Perchè quando i dischi non memorabili (efumesimo) si susseguono fino a diventare numericamente più rilevanti di quelli validi con l'aggravante di creare un gap temporale assai ampio tra la fase acuta e quella calante dell'ispirazione, allora è meglio imporsi un riposo, un restyling orientato al ripresentarsi più freschi e rinnovati di prima, aznichè fossilizzarsi non tanto nelle formule stilistiche quanto nella bassa qualità dei risultati. I quali di certo non portano alla ghigliottina ma con più probabilità alla progressiva perdita di speranze  nella ricerca di guizzi degni di nota, grigia anticamera della disaffezione.















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