domenica 30 settembre 2012

dvd *invisibili* - La Bella Gente (dramma,commedia, di I.De Matteo, 2011)


SCENEGGIATURA : 6

REGIA : 6,5

GLOBALE : 6,5


Probabile che alla fine si sia calcato troppo la mano sulle corde più sentimentali concedendo solo pochi stralci all'egoismo e ad una visione cinica della situazione in cui questa famiglia borghese si va a cacciare per dar seguito ad un capriccio che sa tanto di utopia.

Ma il ritratto tracciato da De Matteo, ultimamente in sala con "Gli equilibristi", resta comunque efficace e molto vivido nei suoi contorni. Una prostituta che viene "adottata" da una coppia di mezza età benestante come una sorta di "atto dovuto" per i mali che affliggono il mondo e che possono essere risolti facendo partire la rivoluzione dal nostro letto, finisce per scombussolare gli equilibri dell'agile menage famigliare con la sua bellezza e semplicità che mettono in crisi quelli che alla fine non risultano essere valori di 
fratellanza e solidarietà, ma banali prese di posizione che fanno rima con snobismo e superficialità. Come se la vita di una persona può essere ridotta ad una sorta di gioco di ruolo dove con la stessa facilità con la quale si da avvio alla lotta altrettanto facilmente si scappa se le cose si mettono male.

Privo di grossi colpi di scena e forse colpevolmente prevedibile a causa di qualche indugio di troppo da parte del regista sulle reazioni alternate dei protagonisti, il film è comunque una godibilissima sorta di commedia/dramma da camera, con l'intima natura dei personaggi mai sopita che resta l'unica grande vincitrice di tutta la posta in palio.



venerdì 21 settembre 2012

dvd - Like Crazy (dramma, sentimentale, di D.Doremus)


SCENEGGIATURA : 7 / 10

REGIA : 7.5 / 10

GLOBALE : 7.5 / 10




Non si può certo dire che il soggetto sia dei più originali : una storia romantica che deve sconfiggere le barriere di tempo e spazio. Quindi, come può un film risultare migliore di numerosi altri che affollano il genere di appartenenza ?

Innanzitutto con un modo di raccontare differente. Ed infatti l'amore che travolge i due giovani protagonisti e che li accompagnerà fino alle soglie dell'età adulta, è raccontato - come per ogni buona produzione indipendente che si rispetti - più per immagini che per parole, cercando di rendere ogni inquadratura il più originale possibile,provando a dire il necessario per mandare in orbita l'immaginazione.
Poi ci vogliono degli attori credibili. E Anton Yelchin e Felicity Jones rendono alla perfezione l'idea che ha il regista di Anna e Jacob. Pur essendo belli (più lei per la verità..), non fanno sfoggio di pose cool e non rubano la scena alla narrazione, ma diventano perfetti compagni di viaggio per il tempo che passa.
E poi un regista, che possa fare il massimo per rendere la vicenda il più reale possibile, con tutti i conflitti e le semplificazioni di una vita comunque ordinaria.

Gli ingredienti ci sono tutti e anche se l'ovvio eccesso di dolcezza nel montaggio può rendere superflui gli sforzi di realismo, il ritmo è secco, le immagini asciutte e per nulla patinate, dove la pische complessa dei protagonisti (poco credibili, in verità, i relativi partner alternativi) è resa con una semplicità disarmante. Da racconto della porta accanto.




domenica 16 settembre 2012

dvd - A dangerous Method (2011, dramma, di D. Cronenberg)



SCENEGGIATURA : 5 / 10

REGIA : 5,5 / 10

GLOBALE : 5 / 10



Siete di fronte ad un quadro totalmente astratto, geometrico, con delle stampe al posto dei pennelli. Vi dicono che si tratta di un Van Gogh. Suppongo che quantomeno potreste reagire con aria dubbiosa, distaccata. Cauta, ecco.

Bene, vi assicuro che una reazione simile sarebbe venuta fuori dopo la visione di "A Dangerous Method" senza sapere chi fosse il regista del film. Li avreste nominati tutti, meno che il vecchio David, ne sono sicuro.
Si può dire di tutto : che la materia era ardita (forse inadatta, come tempi, alla trasposizione al cinema), che l'approccio è stato piuttosto asettico, che senza dubbio la sceneggiatura non ha picchi.
Ma la verità assoluta è che questo è un Cronenberg in tono minore, molto classico nel disegnare le traiettorie visive e anche fin troppo pudico.

Tuttavia, se le scelte stilistiche sono discutibili (le infinite missive finiscono per dare la fastidiosa senzazione di romanzo d'appendice, la mancanza del vero grande colpo di scena a favore della maturazione dei fatti, la macchina da presa che non prende rischi, la colonna sonora che impregna troppo l'azione rendendola innaturale) la direzione degli attori è quella di sempre, quella che ha reso immortale  - per dare un esempio recente - il non-fino-a-quel-momento-imprescindibile Viggo Mortensen di A History Of Violence, dove non ci si stanca mai di guardare la pacata glacialità di Freud (sempre Mortensen) contrapposta all'insicurezza cronica di Jung (sempre meglio, Fassbender)
Ma dove, alla fine, a godere saranno l'infettiva Portman e l'inclassificabile Cassel.

venerdì 14 settembre 2012

cinema - Prometheus (sci-fi, di R. Scott)


SCENEGGIATURA : 5

REGIA : 7

GLOBALE : 5.5

Ha senso riporre grandi aspettative nel ritorno al cinema di genere di un autore ormai ultra settantenne (ovvio che ci sono delle eccezioni, vedi Eastwood), la cui ultima incursione nella fantascienza risale a trenta anni fa e peraltro con due prove ("Alien" e "Blade Runner") che ad oggi per diversi motivi restano ancora insuperate e insuperabili nonchè legate ai suoi esordi ? Insomma, si poteva credere a un Ridley Scott capace di imporre nuovi standard a questo sci-fi odierno dominato dalle figure emergenti di registi coraggiosi ed eclettici come Duncan Jones, Neil Bloomkamp, J.J. Abrahms (per non parlare del visionario Nolan..) ? 

Io, realisticamente, direi di no.
E' chiaro, non senza una punta di cinismo, che dopo il trio delle meraviglia Duellanti-Alien-Runner il regista britannico ha confezionato solo una sfilza insignificante di blockbuster ad uso e consumo di produttori e platee, con l'unica eccezione del sempre sottovalutato ed importante "Il genio della truffa". In secondo luogo è passato troppo tempo per riallacciarsi - anche se di striscio - ad un filone tanto importante quanto ben curato come quello di Alien. Non lo può fare un regista ormai legato alle major e le cui sorti a questo giro sono dipese da uno sceneggiatore della tv.

Tali premesse si concretizzano in un film lineare, prevedibile, così speditamente didascalico da poter anche fare a meno di seguirne i dialoghi. Il punto critico è la mancanza di profondità del racconto, la quasi totale assenza di quelle tenebre (sia fisiche che emotive) densissime che hanno reso immortale Alien e una caratterizzazione dei personaggi alquanto approssimata, dove la compagine a bordo della Prometheus è la solita combriccola di elementi in continuo conflitto che poi di nascosto amoreggiano.

Tuttavia la messinscena è notevole, la fotografia e diverse sequenze nella seconda parte molto più che meritevoli della visione e tutto ciò, assurdo dirlo, è merito del regista. A mancare è la storia, dove l'incipit è troppo frettoloso, dove le azioni dei personaggi seguono binari prevedibili e spesso (vedi l'androide Fassbender) peccano di coerenza e il dipanarsi degli eventi procede spedito senza incertezze o conflitti.