venerdì 14 settembre 2012

cinema - Prometheus (sci-fi, di R. Scott)


SCENEGGIATURA : 5

REGIA : 7

GLOBALE : 5.5

Ha senso riporre grandi aspettative nel ritorno al cinema di genere di un autore ormai ultra settantenne (ovvio che ci sono delle eccezioni, vedi Eastwood), la cui ultima incursione nella fantascienza risale a trenta anni fa e peraltro con due prove ("Alien" e "Blade Runner") che ad oggi per diversi motivi restano ancora insuperate e insuperabili nonchè legate ai suoi esordi ? Insomma, si poteva credere a un Ridley Scott capace di imporre nuovi standard a questo sci-fi odierno dominato dalle figure emergenti di registi coraggiosi ed eclettici come Duncan Jones, Neil Bloomkamp, J.J. Abrahms (per non parlare del visionario Nolan..) ? 

Io, realisticamente, direi di no.
E' chiaro, non senza una punta di cinismo, che dopo il trio delle meraviglia Duellanti-Alien-Runner il regista britannico ha confezionato solo una sfilza insignificante di blockbuster ad uso e consumo di produttori e platee, con l'unica eccezione del sempre sottovalutato ed importante "Il genio della truffa". In secondo luogo è passato troppo tempo per riallacciarsi - anche se di striscio - ad un filone tanto importante quanto ben curato come quello di Alien. Non lo può fare un regista ormai legato alle major e le cui sorti a questo giro sono dipese da uno sceneggiatore della tv.

Tali premesse si concretizzano in un film lineare, prevedibile, così speditamente didascalico da poter anche fare a meno di seguirne i dialoghi. Il punto critico è la mancanza di profondità del racconto, la quasi totale assenza di quelle tenebre (sia fisiche che emotive) densissime che hanno reso immortale Alien e una caratterizzazione dei personaggi alquanto approssimata, dove la compagine a bordo della Prometheus è la solita combriccola di elementi in continuo conflitto che poi di nascosto amoreggiano.

Tuttavia la messinscena è notevole, la fotografia e diverse sequenze nella seconda parte molto più che meritevoli della visione e tutto ciò, assurdo dirlo, è merito del regista. A mancare è la storia, dove l'incipit è troppo frettoloso, dove le azioni dei personaggi seguono binari prevedibili e spesso (vedi l'androide Fassbender) peccano di coerenza e il dipanarsi degli eventi procede spedito senza incertezze o conflitti.


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