giovedì 17 maggio 2012

al cinema - "Chronicle" (sci-fi di J. Trank)




TRAMA :

Andrew, Matt e Steve sono adolescenti comuni, con cui tutti possono identificarsi; ognuno di loro ha una personalità ben distinta con cui affronta le normali difficoltà legate alla scuola, alle nuove amicizie, in una fase della vita in costante evoluzione. Sono imperfetti, goffi e un po' avventati. Sono come noi, e come molti di noi, sono ossessionati all'idea di raccontare la loro vita, sia gli eventi più ordinari, sia - come nel loro caso - quelli più straordinari. Perché Andrew, Matt e Steve s'imbattono in qualcosa che trascende la loro comprensione e quella di chiunque altro. I tre ragazzi, infatti, improvvisamente sviluppano incredibili capacità telecinetiche: per dirla nel linguaggio dei fumetti, sono dotati di superpoteri! I ragazzi diventano praticamente capaci di qualsiasi cosa. Possono muovere gli oggetti con la forza del pensiero e scaraventare in aria automobili solo con la volontà. Imparano persino a volare realizzando così il loro sogno più grande. Ad un certo punto però la faccenda si complica.





VALUTAZIONE : 7 / 10

Una discreta sorpresa questo "Chronicle" che se nulla aggiunge al filone dei finti "filmati ritrovati", ha il merito di prendere una direzione molto precisa e priva di compromessi, che senza dubbio lo eleva ben al di sopra di tanti altri teen movie tradizionali (magari a sfondo horror) e che se non è credibile come il caro vecchio e indimenticato "Blair Witch Project" (pelle d'oca solo a nominarlo), almeno non diventa stucchevole come "Cloverfield".Prendendo il via dalla solita vita da liceo (fighi vs sfigati) ma certamente con un pizzico di spontaneità in più rispetto ad un prodotto con lo stesso target come Twilight, il film  si addentra con discrezione e timidezza (poi con inesorabile crudeltà) nel bel mezzo di una tempesta incontrollabile, dove il soprannaturale non ha nome o spiegazione : semplicemente accade (anche se il debito con delle serie tv di riferimento è palese)

Ed è forse qui il merito del film, che ben si sposa con la tecnica registica, cioè quello di non cercare risposte ma solo di offrire la verità e lasciare che lo spettatore decida chi condannare e lasciar vivere. Ed il risultato è quello di un "Hancock" meno ironico, dove la tragedia dei protagonisti è palpabile, il delirio inevitabile e
soprattutto dei superpoteri che non spettacolarizzano se non in relazione alla loro naturale evoluzione. Un sci-fi con vena horror che trova un equilibrio ottimale nell'evitare scorciatoie morali o risoluzioni consensuali.

Un pò immaturo nei dialoghi ed incoerente con la ricostruzione che vediamo su schermo, il film ci consegna degli ottimi personaggi ed un grandissimo protagonista, quell'Andrew-Carrie simbolo di un delirio di onnipotenza che alla fine ci si sente di perdonare : molte persone ne sono sopraffatte pur senza un briciolo di potere soprannaturale.



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