giovedì 31 maggio 2012

Razzi, Arpìe, Inferno e Fiamme




Alla chiesa non ne va una bene, ultimamente.

Anzi, è dalla morte di Giovanni Paolo II che non c'è stato verso di raddrizzare la situazione.
Le cose e le persone losche e sbagliate ci sono sempre state, ma probabilmente il vecchio Carol W. era semplicemente più abile nel fare scudo sul vaticano, mettendoci la faccia e probabilmente sbrigandosela da solo nelle questioni più delicate con l'ausilio di pochissimi ma irreprensibili collaboratori.

Invece il povero ex militare delle SS Joseph R., ogni giorno che passa vede sempre più acqua sgorgare da qualsiasi anfratto della casa Pontificia.

Soldi, ambizioni personali, pedofilia, tradimenti, enigmatici sparizioni all'ombra della croce, cospirazioni di qualsiasi genere.
E' un gran puttanaio, per dirla con Don Giorgio de Capitani.
Insomma, lo scandalo della fuga dei documenti privati del Papa, l'assurda questione dello IOR e la pista poco rinfrancante che porta il cadavere di Manuela Orlandi dove non dovrebbe proprio essere, sono il classico vagito di un Vulcano che non ce la fa più a trattenersi.

Ma dov'è il marcio ? Come può la chiesa uscirne con poche ossa rotte ? Non è certo la crisi vissuta a cavallo della rivoluzione francese (religiosi che finivano alla ghigliottina con lo stesso ritmo delle olive che cadono dagli alberi nel periodo di maturazione), ma ci vorranno misure molto drastiche per non far degenerare la situazione.

Una questione di non poco conto è proprio nella persona di Benedetto XVI. Appare, a mio parere sempre più debole. Sempre meno in grado di tenere in mano le redini di quella mandria impazzita dei cardinali, sempre più persona sbagliata nel posto sbagliato, poco elastico nelle decisioni e nel soppesare pro e contro di determinate valutazioni, è stato sbattuto direttamente in faccia al mondo quando il giorno prima e anche tutti quelli precedenti era a capo chino sui libri di teologia. Un teologo, uno studioso, un uomo solitario. E il suo probabile impaccio nella menage quotidiano di un terreno minato com'è la Chiesa, ha scatenato i cardinali e i loro vicini, che hanno iniziato ad andare per contro proprio, portandoci dove siamo adesso.


Ma anche se Joseph R., si facesse da parte o da qui a 100 anni dovesse morire ? Il restante 99% della chiesa sarebbe sempre li.
Uno degli aspetti che più contribuisce alla perdità di popolarità del regno di sua santità, è senza dubbio il progressivo allontamento dalla pura tradizione cristiana, dalla lezione di cristo a favore di una contaminazione sempre più profonda ed irreversibile nelle questioni di politica ed attualità spicciola, nei risvolti di quel famoso potere temporale che da sempre incombe sul papato.

Prendiamo una questione temporale, come quella dello Ior.

Si intuisce un accanimento tipico di una Chiesa che tende a divorare i suoi figli, specie se non ecclesiastici; e l’eco del conflitto fra il banchiere e il segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone. Il torto
principale di Gotti Tedeschi sembra quello di essersi opposto ad alcune controverse operazioni finanziarie dello Ior.

La Chiesa è in profonda crisi di identità, marcia dal suo interno. Il tentativo di velare questa realtà calando la scure su responsabili  estranei al suo ambiente al di là di eventuali colpe o errori è quantomeno segno di autoritarismo confuso: soprattutto se il Vaticano pensa di cavarsela senza dare segnali meno «decisionisti» e più convincenti. 



Chiudo questa riflessione con un pensiero di Giovanni Reale, 81 anni grande filosofo accademico (insegna all'università San Raffaele di Milano) :

<<E' il momento di guardare oltre, al di là dei fatti che accadono. Il vero cristiano vive in questo mondo ma non secondo la logica di questo mondo. L’errore più grave che possa commettere è cercare di introdurre il regno di Dio in questo mondo ma seguendo la logica di questo mondo»

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