domenica 4 marzo 2012

dischi - Farmer Sea, "A safe Place" (2012)


GENERE : indie, alt pop-rock

RICAPITOLIAMO :
Ragione sociale, sound e lingua dei testi indicano chiaramente una formazione di origine anglosassone. In realtà i Farmer sea sono di Torino ed "A safe place" è il loro secondo disco.

VALUTAZIONE : 6,5

I Farmer Sea con serietà e grande applicazione confermano le ottime sensazioni regalate dall'esordio ("Lo fi in relationships" del 2009) e si confermano come una tra le più interessanti giovani realtà del sottobosco
rock italiano.Indipendenti, freschi, diretti e senza paura di di suonare ciò che vogliono. Non si può non condividere il loro punto di vista. Ancor più se i riferimenti della loro musica sono chiaramente (talvolta fin troppo) orientati alle correnti più interessanti della proposta indie degli ultimi anni. "Lights" ricorda gli Interpol degli ultimi tempi (ma la melodia è più solare), "Small Revolution" è come un Iggy Pop riletto in chiave radio
friendly,"To the Sun" (primo singolo) accoglie le chitarre avvolgenti dei Nada Surf e pur mantenendo un profilo basso riesce a coinvolgere abbastanza, come del resto "The Green Bed" che svolazza sempre dalle parti degli States ma forse più dalle parti dei Death Cab For Cutie. Sulla stessa lunghezza d'onda il bell'intreccio di "Disappearing Seasons" che grazie a un ottima produzione gode di un bellissimo dialogo di chitarre dove la voce poco più che sussurrata si riscalda insieme al chorus strumentale.
Nell'ultima parte il disco a sorpresa assume delle leggere sfumature sintetiche che però non sono così fuori posto da rovinare l'esperienza. E a parte la rindondanza un pò fine a se stessa di "Summer always comes too late for us" più una sorta di impalpabilità dell'ultima "For Too Long", non riesco a trovare altri grossi difetti al disco.
Un album con una produzione molto molto valida e pulita (completamente curata dalla stessa band), con un buon numero di melodie azzeccate unite a soluzioni in termini di arrangiamenti e ritmiche senza dubbio eterogenee. Canzoni mai tediose (anche con numerosi repeat) e un'intelligente dilazioni dei ritmi nella composizione di strofe e ritornelli. Eelementi che sono votati alla bellezza ma con una interessante scia di oscurità, una sorta di retrogusto amaro che dona un fascino aggiuntivo all'affresco sonoro.
Una band solida che se verrà arrichita da quella maliziosa personalità assimilabile solo con gli anni e l'esperienza, siamo sicuri godrà di un seguito importante e ci regalerà altre perle di assoluto valore artistico.
E "The Fear" è senz'altro una top song del 2012.

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