sabato 17 marzo 2012

L'apertura mentale dei Repubblicani



Se già l'incertezza nelle primarie repubblicane, la natura controversa di quasi tutti i candidati alle suddette e l'impossibilità di comparare anche soltanto uno tra questi con la personalità di Obama, non fossero segnali sufficienti a rendere una formalità le elezioni Presidenziali Americane del 6 novembre, allora ci pensa la maggioranza degli elettori americani a posare un'ulteriore ipoteca sul secondo mandato di Barack Obama.

Parlo delle Donne.

Il Partito repubblicano non passa un momento storico facilissimo e di fronte ha probabilmente uno tra i presidenti democratici più stimati dall'elettorato. Sommando questi due fattori, viene fuori un partito che traduce queste difficoltà nella grave indecisione sul chi affidare la sfida contro Obama.
Tuttavia se qualcosina gli uomini della destra americana potevano dirla in tema di economia e politica estera, devono sostanzialmente regredire alla disparità iniziale a causa della deplorevole e bigotta ideologia che attanaglia gli stati più radicali che aderiscono a questa corrente.
Gli scandali sulla dichiarazione dei redditi di Romney, le innumerevoli gaffe razziste di Ron Paul e Gringtich e la scarsezza di mezzi economici di Santorum non hanno certamente dipinto il partito repubblicano come una vera forza in grado di offrire una seria alternativa alla sinistra.
Ma si tratta comunque di dettagli, che magari una pressante e decisa campagna elettorale possono cancellare senza difficoltà.

Ma una buona campagna elettorale non può certo cancellare le clamorose iniziative di tre stati americani contro il sesso femminile :

- In Sud Dakota i repubblicani hanno proposto una legge che potrebbe rendere legale uccidere un dottore abortista.

- In Maryland hanno tagliato i fondi agli asili per poveri «perché le donne devono stare a casa coi figli, non lavorare ».

- In Georgia vogliono cambiare in «accusatrice» il termine legale per definire le vittime di stupri (per i crimini non di genere come la rapina si continuerà a usare «vittima»).

Siamo nel 2012. Non aggiungo altro.

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