venerdì 24 febbraio 2012

Oscar 2012 - "Hugo Cabret" (fantasy, avventura, dramma, di M. Scorsese)



TRAMA : Hugo Cabret è un ragazzino orfano che vive da solo nei meandri di una stazione ferroviaria parigina negli anni Trenta. Dopo essersi imbattuto in un macchinario da ricostruire e in una ragazza eccentrica, il ragazzino entrerà in contatto con un anziano e misterioso gestore di un negozio di giocattoli, finendo risucchiato in una magica e misteriosa avventura. Hugo Cabret racconta l'avventura di un ragazzo pieno di inventiva, che mentre cerca la chiave per far luce su un segreto legato alla vita di suo padre, finisce per migliorare quella delle persone che lo circondano, trovando inoltre un luogo che può chiamare finalmente casa

VALUTAZIONE : 7,5

Per me è decisamente buon segno quando mi viene difficile, a fronte della meraviglia suscitata da una pellicola, definire bene dentro quale genere essa agisce. D'altronde la meraviglia di "Hugo Cabret" non è circoscritta
alla sollecitazione di precise sfere percettive : commozione, divertimento o sorpresa. Il film convince sotto ogni punto di vista. Convince come romanzo di formazione, come parabola discendente della cattiveria, come manifesto dell'amore smisurato di Martin Scorsese per il cinema, come pura e vertiginosa avventura.
Onestamente mi sono anche commosso, specialmente nella seconda parte. Anche perchè il giovanissimo attore che interpreta l'impavido Hugo tradisce una credibilità e una pulsante convinzione che è davvero miracolosa per un attore tanto in erba.

A livello di regia è senza dubbio il film più audace di Scorsese dai tempi di "Al di la della vita" (che tuttavia aveva ambientazioni e toni decisamente più cupi e adulti) ed il regista americano forse libero alla sua età di poter dire quello che vuole come e quanto più gli aggrada, si lancia in primi piani, tagli sequenza e panoramiche davvero impeccabili, senza dimenticare la direzione degli attori e il cadenzario deglio eventi che sono totalmente funzionali all'obiettivo.
Non ci voglio certo io a dire che questo è un film che vuole tramsettere bontà, amore per la vita e la libertà e spingere a credere ogni altra cosa nella magia dell'arte cinematografica. Va da se che gli sviluppi siano abbastanza prevedibili e giocati su un piano temporale di facile decifrazione, anche se i flashback (da sempre grande punto di forza di Scorsese) sono una carta giocata con più intelligenza e raffinatezza del solito.
Probabilmente il caro vecchio Marty ha voluto con questo film in un certo senso liberarsi di tutti gli sassolini infastidivano le sue scarpe da regista, lasciando la creatività e la predilezione per i temi della giovinezza finalmente liberi di esprimersi dopo che le ultime prove erano state fortemente condizionate da soggetti a mio parere troppo opprimenti. "Hugo Cabret", insomma, rende felici perchè è stato girato da qualcuno che da proprio l'impressione di essere davvero contento di portarlo sullo schermo.
Ciò a testimonianza del fatto che più di soggetti ambiziosi e colti, Scorsese ha bisogno di grandi personaggi e di storie ad ampio raggio.

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