lunedì 12 dicembre 2011

Cinemando - Midnight In Paris, (Allen W., 2011) : 5.5/10

Che alla fine sia più facile e conveniente adorarlo che non demolirlo, beh su questo sono d'accordo in molti. Incensato in Italia con la solita puntuale abnegazione al dovere da parte della maggior parte della critica, l'ultima pellicola scritta e diretta dal cineasta più complessato di Hollywood è l'ennesima trasfigurazione di un autore che naviga nel compiacimento dei suoi difetti fino ad amplificarli e renderli sempre meno prossimi ad una piacevole commedia e sempre più ad un tipo di cinema che assorbe meccanicamente un coacervo ripetitivo di atteggiamenti snervanti privo del metabolismo necessario a renderli opera d'arte anziché mero rifiuto.

Snervante è senza dubbio lo sviluppo implosivo di un soggetto che nella prima parte si era mostrato molto più che valido pur senza la necessaria inventiva nello sviluppo dei personaggi (quelli reali) di contorno, laddove quello principale (un sofferente Owen Wilson, decisamente più a suo agio con Wes Anderson) è a totale appannaggio di Woody Allen che pur non mettendoci la faccia dirige il più giovane attore con troppa enfasi finendo più volte per ridurlo a un avatar macchiettistico senza la dovuta profondità caratteriale.

La non esaltante trasferta parigina di Allen

Con una tale piattezza nella scrittura dei personaggi, l'elemento surreale che fa da perno a tutto lo svolgimento del film diventa quindi fine a se stesso perchè la sua risoluzione e gran parte dei passaggi chiave risultano slegati e colpiti da corpose contraddizioni, nonostante vada confermato che le sortite notturne del protagonista coinvolgono e affascinano molto di più delle vicende nella Parigi diurna che altro non sono se non l'ennesimo aggiornamento dell'eterna lotta tra un eroe lunatico, distratto e sognante ed il resto del mondo che lo circonda forzatamente ancorato alla realtà e un'ideale di vita concreto senza sbocco alcuno verso la creatività.