mercoledì 21 dicembre 2011

Cinemando - Monsters (G. Edwards, sci-fi, 2011) 7/10

Ultimamente il termine sci-fi è usato in mdo specifico per quel genere di film in cui la fantascienza intesa come alieni o strane forme di esseri umani/animali, armi futuristiche, città circondate da scenari post-apocalittici vengono inseriti all'interno delle pellicole in un modo poco spettacolarizzato e"grandioso" che spesso è anche conseguenza di un budget molto basso (capolavoro-guida di questo nuovo cinema fantascientifico è l'immenso "District 9", seguito da "Moon" e a modo suo anche da "Cloverfield").

In sostanza questo modo di intendere il cinema con un taglio quasi documentaristico, dove la realtà talvolta è mutata nel giro di pochissimo tempo (la tecnica del flashback non è quasi mai compresa nel racconto, proprio per dare un taglio reale e concreto al film) vuole contribuire a far calare lo spettatore il più possibile nel contesto di paura, incertezza e mistero che colpisce anche i protagonisti.

Ed in quest'area artistica si muove anche il buonissimo "Monsters" esordio alla regia di G. Edwards.

Un film da non lasciarsi sfuggire, tra un cinepattone e l'altro

Si tratta di un film in cui è palese che lo sforzo economico non è stato enorme (design delle creature grossolano, spazi aperti delle scene e comparse quasi esclusivamente del posto) e che forse non piacerà a chi è abituato a film molto ben curati come Transformers, Alien, Godzilla o ET. Ma l'atmosfera basta da sola a rendere più che godibile la visione di questa piccola, sorprendente pellicola.Oggi, infatti, è possibile trovare idee  intelligenti e ben sviluppate in nome dell'amore per l'arte cinematografica quasi esclusivamente in questi piccoli film messi insieme con più passione che denaro, presentati nei festival dedicati ai giovani cineasti, l'esatto opposto di quanto ci tocca vedere nelle multisala.


Il problema è trovare il modo di vederli, simili film. Tocca aspettare l'home video oppure cercare vie alternative...E finiamola qui, perchè poi finirei per introdurre la solita tiritera della carenze distributive del circuito cinematografico italiano.

Ci troviamo al confine tra Messico e USA, ma questa volta ad impedire o rendere difficile il passaggio di frontiera di due americani che vorrebbero tornare a casa non sono ne la polizia ne il cartello della droga, bensì una zona infetta da strane creature che popolano le zone più impervie del confine, all'interno della foresta che costeggia un grande fiume entro il quale transitano le barche dei più disperati che tentano la fuga.

Il film è retto da due ottimi protagonisti (un lui e una lei, che sono partner nella vita reale), perfetti nel ricreare l'angoscia e il terrore causati da un'attraversata-suicidio che pian piano si trasforma in una sorta di redenzione personale.

Il regista (che peraltro ha curato anche la sceneggiatura) si muove con disinvoltura, fa vedere ciò che i protagonisti vedono e le intuizioni dello spettatore sono limitate agli elementi dell'azione principale, senza salti nel tempo o nello spazio, fattore che - insieme all'uso non sempre convenzionale della macchina da presa e all'ambientazione estremamente realistica - contribuisce all'aumento in maniera esponenziale del fattore "immedesimazione".

Per essere un'opera prima vanta molti più pregi che difetti, questi ultimi sono ravvisabili nei dialoghi un pò poveri (troppe volte si usa l'intercalare "hai sentito questo rumore? cos'era?" per fare un esempio), nella meccanica degli eventi non molto originale e in qualche eccesso di citazionismo soprattutto nel finale.
Ma il punto di partenza è più che buono e fan ben sperare nella qualità della seconda prova.

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