domenica 8 gennaio 2012

Auto-dittatura

Le ultime misure in tema di trasparenza dei traffici economico-commerciali preparati ad hoc dall'attuale squadra di governo impongono delle piccole riflessioni, specie al sottoscritto che è laureato in Economia E Commercio..

Credo anche piuttosto semplici, formulate probabilmente anche da molti altri cittadini come me.
Persone che si ritrovano a fare i conti con un colossale aumento di qualsiasi tipo di imposta : dalla casa al carburante, passando per le spese mediche e le vincite alle lotterie. Tutto il tassabile ed il tassato è stato gonfiato al limite dell'insostenibile, in nome di una recessione che senza questa manovra sarebbe stata ineluttabile ma che nonostante la manovra in questione potrebbe verificarsi ugualmente (ma non era già in atto?). E soprattutto l'effettività di questi aumenti (carburante in primis) sono stati così veloci da farci porre il ragionevole dubbio che fossero già premeditati. Ma il punto non è questo, perchè rischierei di cadere nel banale e nel ripetitivo.

I nostri rappresentanti in parlamento.

Le tasse, mi verrebbe da pensare, sono come un difetto della vista : alla lunga ci si fa l'abitudine evitando di fare il passo più lungo della gamba.

Il punto è proprio quel passo. Non si potrà fare nemmeno più quello senza motivarlo con precisione. Dire che si vuole camminare e basta non è sufficiente. Ed avrete intuito che sto utilizzando una metafora per riflettere su quelle misure di cui parlavo all'inizio di questo post.

Siamo sicuri che dover motivare anche un irrisorio prelievo di denaro (come previsto dalle nuove norme che stando a chi le ha compilate dovrebbero abbattere la piaga dell'evasione fiscale) non sia una violazione del liberismo che è alla base del sistema economico contemporaneo, oltre che fonte d'imbarazzo e frustrazione per chi oltre ad aver sopportato la fatica di accumulare risparmio deve vedersi ostacolato nella concretizzazione di tale risparmio?

In sostanza lo Stato Italiano che d'ora in poi ci chiederà come spendiamo i nostri soldi, non sta violando un principio cardine della libertà individuale che è alla base sia della contrattazione che degli scambi commerciali (denaro in cambio di un bene) ?

E soprattutto perchè molti accettano tacitamente delle misure in nome di un sacrificio che non è lo specchio della democrazia ? Trascurando che, a mio parere, tante misure di rigido controllo possano portare ad una contrazione dei consumi, nonchè ad una netta diminuzione della moneta circolante.

Difficile dirlo, soprattutto perchè l'accettazione di qualsiasi cosa lo stato imponga alla maniera di un Padre-padrone è visto sempre e comunque come parte di un disegno di beneficio comune, dove è più facile accodarsi al carro dei (momentanei) vincitori piuttosto che rivendicare diritti che probabilmente si ignorano.

E questo mi sembra un segnale chiaro di auto-dittatura.

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