lunedì 16 gennaio 2012

Significati di un Derby

Hanno ragione diversi opinionisti e addetti ai lavori.

Il Milan non aveva granchè da perdere in questo derby. Certo, le prospettive erano leggermente ridimensionate alla luce dei risultati del pomeriggio. Ma al secondo posto stava alle 20.44 e al secondo posto è rimasto alle 22.35.

Il problema non era nemmeno dell'Inter che sin dall'addio di Gasperini e alle sciagurate esibizioni di mezzo con Ranieri, ha sempre guardato al terzo posto.
Stando al regolamento l'Inter doveva essere in vantaggio già dopo pochi minuti

Il vero, grosso, impaccio dopo lo 0-1 del Meazza, è della Juventus.Perchè ora, a sei punti non si ritrova un Palermo o un Genoa o una (pur attrezzatissima) Roma.
A sei punti c'è una squadra temibile. Una squadra di vertice.

Se avesse vinto il Milan la Juve sarebbe stata seconda a due punti, ma l'avversario era pur sempre uno anche se bello grosso. Ma all'orizzonte, pronto e in agguato per approfittare dei SICURI passi falsi che faranno da qui ad aprile i bianconeri c'è l'Inter. Quindi due avversari pericolosi, anzichè uno.

Di sicuro una pressione, quella della granitica compagine di Ranieri, che al momento è più psicologica che materiale. Ma la traformazione parole-fatti è distante tre punti, quelli che l'inter potrebbe recuperare in caso di una sconfitta dei bianconeri. Ovvio, ci sono altre squadre in corsa. E l'Inter potrebbe sbagliare qualcosa. Ma letta così, la classifica è densa di significati.

E nel calcio, sappiamo bene, che il fiato sul collo in classifica è molto più temuto del fiato sul collo di un avversario sul terreno di gioco.

Ieri sera hanno vinto le scelte tattiche e la coesione dell'Inter. Al di la di quanto va blaterando il povero Arrigo Sacchi, secondo il quale l'Inter non avrebbe giocato perchè preoccupata a distruggere le costruzioni rossonere. Vero, verissimo, ma per distruggere bisogna anche essere uniti. Perchè non c'è pressing più inutile e sfiancante di un pressing male organizzato. Quello dell'Inter era un pressing mirato ad aggredire tutto l'aggredibile dalla metà campo in giù, grazie ad una distanza ridottissima tra i reparti che costringeva gli attaccanti del Milan ad allargarsi per cercare varchi, ed allargandosi la distanza della porta aumentava e con essa la sicurezza per la porta di J. Cesar.

Come detto in precedenza su questo blog, andare ad allenare una squadra in corsa è quanto di peggio possa accadere ad un allenatore.
Ma la disciplina e l'accortezza tattica, seppur costruite su calciatori ingaggiati per altre esigenze, alla lunga pagano.


INTER 4-4-2 

J.Cesar 6, Nagatomo 6, Samuel 7.5, Lucio 7, Maicon 6, Zanetti 7,5, Cambiasso 8, T.Motta 6,5, Alvarez 6 , Milito 7, Pazzini 6 (plus Chivu, Forlan e Snejder sv) 

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